Siamo abituati a contare su di loro, sappiamo che quando abbiamo un'infezione batterica dobbiamo prenderli. Gli antibiotici sono diventati talmente diffusi che non riusciamo neanche a immaginare un mondo senza penicillina, come meno di un secolo fa.
Il problema è che sono così comuni che li usiamo anche quando non dovremmo, ovvero per curare infezioni virali, contro le quali sono del tutto inefficaci, come raffreddori e influenze, per accelerare la guarigione o prevenire un peggioramento dei sintomi. Solo la Grecia e Cipro fanno peggio di noi. “Il consumo inappropriato ed eccessivo degli antibiotici – spiega Giusi Ferraro, direttrice della farmacia ospedaliera dell'Azienda ospedaliera Pia Fondazione di Culto e Religione Cardinale Panico di Tricase – porta allo sviluppo dell'antibioticoresistenza, ossia la capacità di un microrganismo di resistere all'azione di uno o più antibiotici che conseguentemente diventano, nei suoi confronti, inefficaci. È un problema che coinvolge la comunità e le strutture sanitarie, ma in ospedale la possibilità di trasmissione è amplificata. Le infezioni nosocomiali sono spesso causate da microrganismi resistenti agli antibiotici e ciò può costituire un fattore di fallimento del trattamento delle infezioni, causando aumento della morbilità, allungamento delle degenze ospedaliere e incrementando la mortalità legata a queste malattie''. Secondo i dati del rapporto Osmed 2010 curato dall'Istituto Superiore di Sanità gli antibiotici sono tra i farmaci più usati dagli italiani: 8 bambini su 10 ricevono nel corso dell'anno almeno una prescrizione di antibiotici. ''Sono un salvavita però si assiste a un uso improprio, proprio perché non è stato fatto capire a sufficienza cosa comporti l'uso inappropriato – aggiunge Ferraro – l'antibiotico ha un'azione battericida o batteriostatica: uccide direttamente i batteri o li blocca nella crescita, è il sistema immunitario poi a eliminarli definitivamente”. Inoltre, “quelli ad ampio spettro agiscono su molte specie di batteri, quindi su molte infezioni, quelli a spettro limitato esercitano un'azione più selettiva, mirata ad alcune infezioni'' precisa Ferraro.
Dunque, ok assumerne in caso di infezioni batteriche, come tonsilliti, polmoniti e meningiti ma non in caso di influenza e raffreddore, causati da virus. Per capire l'origine di un'infezione è necessario rivolgersi al medico che, solo dopo una visita e dopo aver opportunamente interpretato eventuali esami, sarà in grado di formulare una diagnosi''. Quanto al mal di gola, uno dei mali di stagione più frequenti, il suo rapporto con gli antibiotici è per certi versi contrastante e fonte di dubbi: ''Anche in questo caso – precisa l'esperta – occorre capirne l'origine. Si raccomandano gli antibiotici solo nel caso di un'infezione batterica e non di origine virale, che va trattata invece con farmaci che servono ad alleviare i sintomi, ridurre il dolore e disinfettare la gola''. Il ruolo del farmacista è quindi importante per una corretta informazione. ''Poche e semplici le regole da seguire: ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione medica, mai autosomministrarli, non interrompere la terapia prima dei tempi e non assumere antibiotici per curare infezioni virali. Inoltre il farmacista può consigliare l'uso del generico che fornisce le medesime garanzie di sicurezza, efficacia e qualità dei farmaci originali ma a un prezzo inferiore''.