''Prendiamo atto che volete condannare Berlusconi''. Durante l'udienza del processo Mills, che vede oggi in aula anche Silvio Berlusconi, si è duramente sfogato l'avvocato dell'ex presidente del Consiglio. Nicolò Ghedini non ha nascosto la propria rabbia, minacciando di togliersi la toga e di abbandonare l'aula del Palazzo di giustizia di Milano, dove si celebra il processo nei confronti dell'ex capo del governo, accusato di corruzione in atti giudiziari.
Un clima di tensione scaturito dalla richiesta del legale di Berlusconi di ripercorrere, durante l'esame di Mills, tutti gli interrogatori resi dall'avvocato d'affari britannico dal '97 ad oggi, con particolare riferimento alle testimonianze rese nei due processi All Iberian e tangenti alla Gdf, quelli che secondo l'ipotesi accusatoria rappresentano la 'ragion d'essere' della corruzione. Quando i giudici della decima sezione penale, anche sulla scia di una richiesta del pm Fabio De Pasquale, hanno sollecitato la difesa a sintetizzare, Ghedini è esploso: ''State facendo un processo anomalo – ha accusato – questa è una corsa contro il tempo perché il tribunale teme la prescrizione e un tribunale non dovrebbe temere la prescrizione, ricordo che ci avete tolto tutti i testi''. Inutile il tentativo di Francesca Vitale, presidente del Collegio, di calmare il difensore di Berlusconi: ''Avvocato, sta esagerando'', ha detto il giudice osservando che lamentele di questo tipo potranno eventualmente essere oggetto di un ricorso in Cassazione. A quel punto Ghedini è “sbottato”: ''Prendiamo atto che volete condannare Berlusconi, allora tanto vale che ci togliamo la toga, rimettiamo il mandato e ce ne andiamo''.
L'udienza di oggi è dedicata ancora una volta al controesame dell'avvocato d'affari britannico che – secondo l'ipotesi accusatoria formulata dal pm Fabio De Pasquale – sarebbe stato corrotto da Berlusconi con 600 mila dollari per rendere false testimonianze in due processi avviati contro il Cavaliere. Si tratta, per il processo Mills, delle battute finali: salvo sorprese o mosse della difesa, la sentenza di primo grado è prevista per l'11 febbraio prossimo. Appena in tempo, prima che arrivi la mannaia della prescrizione pronta a scattare il 19 febbraio.