La rivincita delle intolleranze alimentari: sulle piste da sci impazza il latte di capra

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Sulle piste da sci sta andando in scena la rivincita di chi soffre di intolleranza alimentare al latte. È boom, infatti, per il “capriccino” e “cioccaprino”, due bevande calde a base di latte di capra.

Per la felicità e la gola di chi non può bere cappuccino e cioccolato tradizionali, fatti con latte vaccino, un gruppo di agricoltori silani ha realizzato due prelibate bevande alternative. Lo ha reso noto la Confederazione italiana agricoltori, che segnala come la stagione sciistica calabrese si sia arricchita di questa nota di colore e novità alimentare.

“Oltre 100 mila bambini – evidenzia la Cia – nel nostro paese sono intolleranti al latte vaccino (di mucca), diverse centinaia di migliaia sono anche gli adulti. A loro è precluso il consumo al bar del cappuccino e del cioccolato, tranne che si rivolgano a quegli esercizi al pubblico forniti di latte alternativo (ma in Italia sono meno dello 0,5 dei casi dispone di questa offerta). Nasce così questa nuova formula, utilizzando appunto come ingrediente base il latte di capra, per chi ha intolleranze ma vuole godere di questo piacere per il palato”.

“Il latte di capra – spiega la Cia – ha ottime proprietà e costa poco di più del latte vaccino per la grande differenza produttiva dei due alimenti. Basti pensare che una capra realizza circa 2,5/3 litri di latte al giorno contro i 20/30 litri che può produrre una mucca. Anche il metodo di estrazione avviene, generalmente, in modo dissimile: nel caso delle mucche la mungitura è meccanizzata, mentre per le capre in molti casi è ancora manuale. Ecco perché il “capriccino” è proposto al pubblico al prezzo di circa 2 euro contro 1,20/1,50 del cappuccino classico. Una differenza tutto sommato accettabile”.

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