Silvio Berlusconi è pronto a ricusare i giudici milanesi titolari del cosiddetto processo Mills. Secondo quanto si è appreso, i legali dell'ex presidente del Consiglio, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, stanno mettendo a punto l'atto in queste ore. Prima di essere depositata, però, l'atto di ricusazione deve essere firmato dall'imputato, in questo caso lo stesso Berlusconi, che tuttavia in questo momento si trova a Roma.
Il cavaliere denuncia in particolare la parzialità che il collegio di giudici presieduto da Francesco Vitale avrebbe a suo giudizio dimostrato nell'udienza di ieri, tagliando tre testimoni della difesa ammessi in precedenza. Da ricordare che l'atto di ricusazione sarà valutato dalla V sezione della Corte d'Appello di Milano e che comunque blocca i termini di prescrizione. Al tribunale di Milano chiariscono che atti di questo tipo godono di una corsia preferenziale, e che perciò il verdetto dei giudici di secondo grado dovrebbe arrivare in tempi stretti. In caso di bocciatura, però, sarà possibile per i legali di Berlusconi presentare un nuovo ricorso in cassazione. Operazione, questa, che potrebbe richiedere alcuni giorni.
L'atto di ricusazione, precisano sempre in ambienti giudiziari milanesi non ha tuttavia l'effetto di bloccare il cammino del procedimento: i giudici titolari del processo Mills potranno dunque proseguire con le udienze già fissate fino al momento dell'arringhe difensive. Non è però chiaro se il tribunale ricusato dalla difesa abbia la facoltà di ritirarsi in camera di consiglio ed emettere sentenza: su questo punto la giurisprudenza non è univoca. Le interpretazioni prevalenti sostengono l'impossibilità per un collegio del ricusato di andare a sentenza, ma una recente sentenza della Corte di cassazione ha stabilito il contrario.