Silvio Berlusconi ricusa i giudici milanesi che lo stanno processando per la presunta corruzione giudiziaria dell'avvocato David Mills. È questa la conseguenza più immediata degli scontri in aula tra accusa e difesa, che hanno caratterizzato lo svolgimento delle ultime udienze.
La decisione del collegio presieduto da Francesca Vitale di tagliare tre testimoni della difesa già ammessi in precedenza è stata per gli avvocati-deputati Niccolò Ghedini e Piero Longo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo una notte di riflessione, i due hanno deciso di rompere gli indugi e scommettere tutto sulla ricusazione del collegio giudicante, termine tecnico che sta a indicare la possibilità per ciascuna parte in giudizio di chiedere la sostituzione di un giudice ritenuto non credibile nell'esercizio della sua funzione. Con questo atto, in pratica, l'ex presidente del consiglio intende sollevare dubbi sull'imparzialità e terzietà delle toghe milanesi titolare del procedimento penale avviato a suo carico.
Ma nel mirino del Cavaliere non c'è soltanto un presunto atteggiamento ostile e imparziale dei giudici nei suoi confronti. Nell'atto di ricusazione si fa infatti riferimento ai termini di prescrizione che, secondo la difesa Berlusconi, scatteranno il 31 gennaio e non il 14 febbraio come sostengono i giudici. Un paio di settimane di differenza che però diventano cruciali, se si considera che manca una manciata di udienze per arrivare a sentenza. Per il momento, comunque, non è previsto nessun impatto reale sull'andamento del processo Mills. L'atto di ricusazione, codice alla mano, blocca i termini di prescrizione ma non il cammino del processo. Ora la palla passa ai giudici d'Appello: in particolare, toccherà alla V sezione di Milano valutare la richiesta della difesa Berlusconi. E, considerato che atti di questo tipo beneficiano di una sorta di corsia preferenziale, il verdetto dovrebbe arrivare in tempi piuttosto brevi.
In caso di rigetto, i difensori del Cavaliere potranno comunque presentare ulteriore ricorso in Cassazione, eventualità che certamente farebbe slittare ulteriormente in avanti la sentenza su Berlusconi. Già, la sentenza. Perché in queste ore c'è un interrogativo che circola nei corridoi del palazzo di giustizia di Milano: possono dei giudici emettere una sentenza nei confronti di un imputato che li ha ricusati? Su questo punto la giurisprudenza non è univoca: quella prevalente sostiene l'impossibilità per un collegio ricusato di andare a sentenza, ma in ambienti giudiziari milanesi fanno notare come la Corte di cassazione abbia recentemente stabilito l'esatto contrario.