La “scuola di memoria” che sta sviluppando il ministro dell'Istruzione italiana con l'unione delle Comunità ebraiche per ricordare il dramma della Shoah “rappresenta il miglior antidoto a quei rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di violenza” che, “per quanto marginali” sono fenomeni “da stroncare sul nascere”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Quirinale alla celebrazione della Giornata della memoria.
Napolitano ha ricordato che quando ha giurato sei anni fa da presidente della Repubblica “l'ho fatto sapendo che il mio dovere e il mio sentimento mi conducevano a riflessioni, prese di posizione e sollecitazioni motivate ed inequivoche contro l'antisemitismo in ogni suo travestimento, contro il razzismo, contro ogni violazione del principio di pari dignità ed eguaglianza davanti alla legge”. Per il Capo dello Stato l'Europa deve rappresentare il baluardo “contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico, nel rifiuto del diverso”. Certo, l'attenzione di oggi “è spasmodicamente concentrata sulla grave crisi finanziaria ed economica” ma, pur “dovendo fare i conti con queste assillanti realtà, non dobbiamo perdere di vista il senso e i valori della costruzione europea”. Perché “le ragioni del nostro stare insieme sono lì, in quel fondamento di pace e di civiltà su cui l'Europa ha trovato la sua unità“.
Napolitano ha ricordato come il cancelliere tedesco Angela Merkel abbia, in un'intervista, parlato dell'Europa come “la nostra fortuna. Se non avessimo l'Europa – ha continuato Napolitano citando il cancelliere – forse anche la nostra generazione si farebbe la guerra”. L'impegno, ha proseguito Napolitano, deve essere quindi quello di “coltivare queste conquiste, contro ogni regressione”. Un atteggiamento che “è il modo più giusto e fecondo di rendere omaggio alla memoria delle vittime della Shoah, al sacrificio, alla resistenza, alla rinascita del popolo ebraico”.
Dopo Napolitano è intervenuto il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna. Quindi sono seguite le testimonianze di alcuni studenti di scuole che hanno partecipato ai viaggi della memoria. Successivamente ha preso la parola il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, e Gabriele Lavia ha letto un brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, in occasione del 25* anniversario della scomparsa dell'autore.