Aidaa: in Italia si mangiano ogni anno 7mila gatti

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Gli italiani uccidono 6-7.000 gatti per scopo alimentare. L’incredibile denuncia viene dall'associazione animalista Aidaa, da sempre attiva nella protezione degli animali e nella prevenzione e repressione del loro maltrattamento.

Nel nostro Paese l'uccisione dei gatti è un reato previsto dall'articolo 544 del Codice Penale e, in quanto tale, punibile anche con il carcere. Eppure, secondo i dati analizzati da Aidaa in base alle segnalazioni giunte nel 2011 al servizio emergenzamici@libero.it , si tratta di una vera e propria abitudine culinaria, soprattutto nel Nord Est: il 10% di tutti i gatti scomparsi ed abbandonati nel corso dell'anno finisce in cucina, cotto prevalentemente in umido, con la polenta o arrosto. Un’abitudine radicata, secondo l’Aidaa, “in alcune zone specifiche dell'Italia del centro-nord e in particolare in Veneto con epicentro nelle zone di Vicenza e Verona, ma anche nelle province che stanno ad est della Lombardia (Bergamo, Brescia e Mantova) e anche in alcune zone del Piemonte e dell'Emilia Romagna”.

Anche nella zona del litorale romano, denuncia l’associazione, è stata segnalata a più riprese la scomparsa di gatti dalle colonie. “Ci sono infine – specifica Aidaa – segnalazioni che hanno dell'incredibile ma che sono state poi appurate, come quella della signora in provincia di Milano che in diversi anni ha allevato a scopo di alimentazione oltre 600 gatti dandoli da mangiare ai suoi amici in succulenti pranzetti che diceva essere a base di coniglio”.

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