Faccia a faccia Confindustria-sindacati: si cerca un preaccordo

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Questa mattina, presso la sede della foresteria di Confindustria in via Veneto, s'incontrano Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella – segretari rispettivamente di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – con Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. L'obiettivo è quello di verificare se ci sono le condizioni per un preaccordo da fissare in un documento da portare al tavolo della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro che riprende domani con Elsa Fornero, ministro del Welfare.

Sul no all'abolizione della cassa integrazione straordinaria e su altri punti del negoziato iniziato la scorsa settimana le posizioni tra sindacati e Confindustria non sono distanti. Fulvio Fammoni, tra i segretari confederali della Cgil, pur auspicando la riforma degli ammortizzatori sociali ci tiene a sottolineare che “se non ci fosse stata la cassa integrazione e in particolare quella straordinaria, i disoccupati sarebbero già oggi più di tre milioni”. Le posizioni tra sindacati e industriali sono invece distanti sul tema della flessibilità in uscita, cioè sulla possibilità per le imprese di licenziare in caso di crisi senza molti vincoli. La Confindustria condivide a questo proposito il problema posto del governo, pur non chiedendo l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che impedisce il licenziamento senza giusta causa per le imprese con più di 15 dipendenti. Cgil, Cisl e Uil continuano a ribadire la loro contrarietà all'abolizione dell'articolo 18 sostenendo che non incide granchè sulle possibilità di crescita e sviluppo dell'economia a cui deve mirare l'azione del governo con la riforma del mercato del lavoro.

La trattativa potrebbe però concentrarsi su alcuni effetti dell'articolo 18. Il ministro Fornero, che come il premier Mario Monti non considera un tabù ridiscutere l'articolo 18, ha parlato della possibilità “di regolare in maniera diversa le cause di lavoro per ridurre le incertezze di cui soffrono le imprese, a partire dai costi molto gravosi dovuti al ritardo con cui arrivano le sentenze di reintegro”. Su questa posizione potrebbero convergere pure i sindacati. Ieri, in una audizione alla commissione Lavoro della Camera, la responsabile del Welfare è tornata a spiegare le finalità che il governo vuole raggiungere con la riforma del lavoro: “La disoccupazione è la mia principale preoccupazione. La riforma la pensiamo per aumentare l'occupazione”. Positivo il giudizio del ministro sull'arrivo in Italia di esperti inviati dalla Commissione europea per aiutare l'esecutivo a un uso migliore dei fondi europei ai fini di un aumento dell'occupazione: “Non c'è alcun commissariamento, si tratta di collaborazione”. Fornero ha inoltre ribadito che il governo non ha intenzione di tornare indietro sulla riforma delle pensioni attuata con il cosiddetto decreto “salva Italia”: “La riforma è intervenuta su una situazione che non era semplicemente di crisi, ma di vera emergenza finanziaria. L'intervento è duro ma non credo che si possa riaprire questa partita”. Il ministro ha inoltre puntualizzato che “le richieste che arrivano sul mio tavolo in questi giorni non hanno a che fare con il sistema pensionistico ma con gli ammortizzatori sociali e vanno incontro a quello che si vuole fare con la riforma degli ammortizzatori sociali”. La responsabile del Welfare si è detta convinta che la riforma del lavoro va inserita “in un quadro di politica economica più ampio”. Per questo, non si escludono da parte dell'esecutivo interventi di politica fiscale come “un cambiamento del mix di tassazione tra capitale e imprese”, anche se “per detassare bisogna ridurre ancora la spesa pubblica”. Disponibilità da parte del governo a discutere se per rendere più flessibile il mercato del lavoro per quanti vi entrano per la prima volta sia più utile un contratto unico o un contratto di apprendistato. Il governo sembra orientarsi per la seconda soluzione assicurando che non verranno lesi i diritti acquisiti da chi ha già un contratto di lavoro. Il ministro si è infine detta ottimista sulla ripresa del negoziato che avverrà domani: “Lavoriamo perchè ci sia un bel dialogo”. Ottimista anche Angeletti, segretario della Uil: “Penso che riusciremo ad avere posizioni largamente comuni”.

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