Applausi europei a \”Supermario\”, premier sempre meno tecnico

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Forte dell'ascolto ricevuto ieri dal Parlamento di Strasburgo e dalla concomitante dichiarazione fatta a Roma da Susanna Camusso, segretaria della Cgil (“Finalmente il negoziato sulla riforma del lavoro parte con il piede giusto”), Mario Monti incontrerà domani alle 12 a Palazzo Chigi la cancelliera tedesca Angela Merkel in un vertice bilaterale sulla situazione economica europea.

Il suo discorso nell'Aula del Parlamento europeo a Strasburgo è stato interrotto più volte dagli applausi. È stato un intervento che ha toccato più punti, con alcuni passaggi in inglese rivolti ai rappresentanti dei gruppi euroscettici: “Solo una cultura superficiale e insulare può ingenuamente credere che integrazione significhi superstato”.

Forse influenzati dalla copertina dedicata la scorsa settimana dal settimanale “Time”' che lo indicava come il personaggio europeo più importante in questo momento perchè in grado di influenzare le scelte di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, alcuni deputati hanno chiamato Monti “Supermario” nei loro interventi. Sono stati particolarmente apprezzati i punti del discorso del premier italiano che hanno fatto riferimento all'importanza dell'integrazione europea e al ruolo fondamentale del Parlamento europeo per dare slancio a una maggiore unità politica. Il presidente del Consiglio ha pure rivendicato con orgoglio quanto sta facendo il governo italiano, pur ribaltando l'idea sulla quale si è costruito il suo esecutivo: “I sacrifici chiesti agli italiani non sono imposti dall'Europa ma sono necessari per il miglioramento della vita economica, sociale e civile degli italiani e nell'interesse dei nostri figli”. Sembra essere così cancellata quella lettera della Banca centrale europea inviata a Silvio Berlusconi in cui si dettavano i punti economici da affrontare con audaci riforme per evitare la bancarotta e che hanno favorito la formazione dell'attuale governo “tecnico” che di giorno in giorno sembra però perdere la sua iniziale caratteristica per confermare la natura politica di ogni esecutivo, anche di quelli composti da tecnici.

Monti ha rassicurato i partner europei: “L'Italia è impegnata in una complessa corsa per uscire dall'emergenza: stiamo gradualmente riuscendo a togliere il nostro paese dalla zona d'ombra in cui in qualche momento è stato collocato come fonte, contagio o focolaio della crisi”. Da qui l'impegno ad andare “rapidamente al riequilibrio dei conti pubblici confermando l'obiettivo del pareggio di bilancio al 2013 e compiere molto rapidamente le riforme strutturali necessarie”. Il governo italiano, ha ricordato Monti, non prevede misure ulteriori per il consolidamento di bilancio dopo le previsioni negative sul Pil: “L'obiettivo di pareggio di bilancio 2013 è stato messo al sicuro perchè abbiamo usato previsioni molto pessimistiche”. Il presidente del Consiglio ha ricevuto altri applausi quando ha ricordato la sua esperienza quasi decennale di commissario europeo: “Troppe volte ho visto governi che facevano gli accusatori dell'Unione europea dopo aver partecipato alle decisioni. Ho deciso che non farò mai questo brutto scherzo alla Ue”.

Monti ha inoltre puntualizzato che “l'Italia ha chiesto e ottenuto in sede di Consiglio europeo di dare priorità più alta alla crescita fra gli obiettivi di politica economica” e che “questo è possibile senza mettere in discussione la disciplina di bilancio”. Nessuna reazione al discorso del presidente del Consiglio da parte dei partiti che sostengono il governo (Pd, Pdl e Terzo polo), nè da quelli all'opposizione (Lega, Idv). Devono essere piaciuti i riferimenti critici ai governi di Parigi e Berlino: “Ho da osservare che gli Stati centrali, a cominciare dalle due maggiori economie dell' eurozona Germania e Francia, sono state all'origine della crisi del debito. Quei due paesi hanno preferito esercitare la loro influenza politica per rompere l'enforcement sui vincoli di bilancio, è un fatto che un grande vulnus alla credibilità della disciplina di bilancio è venuto da li”'.

Monti ha potuto di conseguenza indicare, come più volte fatto dal presidente Giorgio Napolitano, la via della maggiore unità politica dell'Europa come antidoto allo stallo attuale: “Non è vero che l'integrazione europea e la democrazia non sono conciliabili. Scusate se mi faccio prendere dalla passione per l'integrazione”. Infine, l'annuncio di aver comunicato al vicepresidente della Commissione europea Joaquin Almunia l'intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca la questione delle esenzioni dall'Ici. Problema che riguarderà anche la Chiesa e sul quale i vescovi si sono già detti disponibili ad andare incontro alle richieste del governo. Pensare che l'attuale governo sia “tecnico” e che esauriti i suoi compiti nella primavera del 2013 si andrà a elezioni politiche in cui i partiti tradizionali torneranno a occupare in modo indolore i propri ruoli, può rivelarsi una chimera. Del resto si rincorrono voci sempre più insistenti su una nuova aggregazione politica (un movimento, un partito o una lista) che nasca sull'onda dell'esperienza del governo Monti e si presenti alle prossime elezioni con chance di diventare forza di maggioranza relativa. (Asca)

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