Fiat, Marchionne: Camusso parla troppo di noi e troppo poco con noi

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''Con Epifani si riusciva a ragionare di più. Camusso forse parla troppo della Fiat e di Marchionne sui media e troppo poco con noi'', lo dice Sergio Marchionne in un'intervista al Corriere della sera. Anche per quanto riguarda la Fiom Marchionne sembra esprimere una preferenza per chi c'era prima: ''Vedo un Landini più rigido, molto di più del suo predecessore, Gianni Rinaldini, con cui si poteva dialogare''.

Ha mai cercato un chiarimento?, gli domanda il giornalista Massimo Mucchetti: ''Ci sono stati incontri riservati con esponenti della Fiom. La sinistra più intelligente ha provato a ricucire. Ma e' andata male. Non possono pretendere che, nei fatti, sconfessi Cisl, Uil, Ugl e Fismic''.

In un Paese che ha avuto il terrorismo rosso è saggio isolare il sindacalismo radicale? domanda Mucchetti. ''Onestamente – risponde l'ad Fiat – , non vedo oggi rischi analoghi a quelli di oltre trent'anni fa''. E se il governo regolasse il diritto di sciopero e le rappresentanze sindacali attuando gli articoli 39 e 40 della Costituzione, e dunque riaprendo le porte delle fabbriche alle sigle che raggiungono un certo quorum? ''Che senso ha schierarsi sulle ipotesi? Qualsiasi riforma non potrà prescindere dall'esigibilità degli accordi approvati dalla maggioranza dei lavoratori. La Fiat sarà coerente con le intese raggiunte con tutti gli altri sindacati e convalidate dalla magistratura. Se si assume le sue responsabilità, la Fiom può rientrare già adesso. Ma temo che Maurizio Landini stia facendo una battaglia politica''.

Marchionne affronta anche il tema dell'art. 18: ''Ce l'ha solo l'Italia. Meglio assicurare le stesse tutele ai lavoratori in uscita in modi diversi, analoghi a quelli in uso negli altri Paesi. Diversamente, le imprese estere non capiscono e non vengono qui a investire''.

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