Oggi sopravvivere al tumore del seno non è più un obiettivo esclusivo, si guarda avanti. In Italia la sopravvivenza dei malati di tumore, a 5 anni dalla diagnosi, è pari al 50% per gli uomini e al 60% per le donne. Questo dato è superiore alla media europea ed è simile a quello registrato nei Paesi scandinavi. La sopravvivenza a 5 anni per il cancro della mammella, poi, è tra le più alte, raggiungendo l'87%. Pertanto, agli aspetti puramente terapeutici se ne aggiungono altri, ancora in gran parte sconosciuti, che riguardano il ''prima e dopo'' la malattia. il 25 febbraio ne discutono al Regina Elena esperti di fama mondiale.
Per quanto riguarda il ''prima'', recenti nuove conoscenze mettono in guardia su fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo della neoplasia, quali ad esempio alcuni difetti genetici che influiscono sulla produzione degli ormoni endogeni, o le stimolazioni ormonali ripetute per indurre gravidanza e ancora l'impiego di ormoni per alleviare i disturbi legati alla menopausa. Inoltre, emergono da numerosi studi clinici, i benefici della ''prevenzione farmacologica'' con agenti ormonali in donne a rischio di sviluppare il tumore. Per il ''dopo'', invece, un primo obiettivo e' il controllo dei sintomi da carenza estrogenica a causa della scomparsa transitoria o definitiva di mestruazioni, pur nel rispetto della patologia oncologica di partenza. Due nuovi test, introdotti di recente all' Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e all'Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, consentono una valutazione della fertilita' sempre piu' accurata.
Si confrontano su questi temi esperti mondiali quali: Jack Cuzick, Dror Meirow, Angiolo Gadducci, Sara Giraudi, Piero Sismondi, Sandra Cecconi ed Ettore Cittadini, riuniti dai presidenti dell'evento, Patrizia Vici, Luciano Mariani, Silverio Tomao e Enrico Vizza.
''Fattori di rischio genetici o ambientali, prevenzione farmacologica, preservazione della fertilita' – dichiara Patrizia Vici, Oncologa dell'Istituto Regina Elena e promotrice dell'evento – sono tutte problematiche emergenti, legate alla elevata percentuale di donne guarite dal cancro, cosi' come l'analisi delle correlazioni, ancora poco note, tra cancro della mammella e gravidanza: rischi durante le terapie, probabilita' di rimanere o tornare fertile, entita' del rischio per le pazienti di avere una gravidanza dopo la malattia, ecc.''.
''E' evidente – afferma Silverio Tomao, Direttore dell'Oncologia del polo pontino dell'Universita' di Roma La Sapienza – che l'approccio multidisciplinare e' l'unica via possibile per lo sviluppo di queste tematiche, condividendo con la donna tutte le opzioni terapeutiche di concerto con l'oncologo, il ginecologo, l'endocrinologo, lo psicoterapeuta e cosi' di seguito''. (Asca)