Salute: ciclo abbondante problema serio per le donne. In Italia troppi tabù

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Tredici volte l'anno tre milioni di italiane fanno i conti con dolore, astenia, stanchezza e grande imbarazzo: sono le ''vittime'' del ciclo abbondante. Pagano un prezzo doppio rispetto a chi l'ha normale: il 70,2% rinuncia completamente all'attivita' sessuale, il 53,2% allo sport, il 40,4% a viaggiare, il 26,6% vede compromessa la vita sociale, il 18,1% si assenta dal lavoro o da scuola.

Sono i dati presentati al congresso mondiale di Endocrinologia, a Firenze, che fotografano un problema ''ingombrante'', ma sottovalutato dalle donne stesse visto che se una su due ritiene il suo flusso sopra la norma, solo il 10% ne parla con un ginecologo e una su quattro se ne vergogna. E i dati di una vasta indagine a livello internazionale relegano l'Italia agli ultimi posti per consapevolezza. In Europa vi e' molta piu' disponibilita' a rivolgersi al medico per ridurre i disagi legati alle mestruazioni (ha parlato col ginecologo di flussi abbondanti il 27.3% delle svedesi, il 27.6% delle francesi, il 29% delle spagnole e ben il 32.8% delle tedesche) e una maggior propensione a rinunciarvi. ''Le donne non sono state ''programmate'' per avere gli attuali 480 cicli mestruali nella vita – spiega Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano -: solo un secolo fa, considerando le interruzioni legate a gravidanze (in media 4 per ognuna), allattamento (durata di circa 2 anni), aborti (spontanei o volontari) e maggior mortalità, questi non erano piu' di 150 in totale. Si sono quindi più che triplicati nell'arco di 100 anni, pochissimi se si considerano i tempi dell'evoluzione biologica.

Il risultato è che si sono intensificate le problematiche correlate, con la comparsa di nuove malattie, come l'endometriosi, un tempo sconosciute. La mestruazione e' infatti un fenomeno infiammatorio dovuto al rilascio di particolari molecole, le citochine, sia a livello locale che sistemico. Tanto piu' c'e' infiammazione quanto piu' si presenteranno sintomi come il dolore e la depressione''. I flussi abbondanti rappresentano infatti la causa principale di perdita di ferro, determinante anche per l'ottimale mantenimento delle funzioni psichiche: chi ne soffre sperimenta spesso un crollo dell'attenzione, della concentrazione e cali di memoria. Altre conseguenze sono stanchezza, irritabilita', insonnia. E secondo gli esperti riuniti a Firenze, è necessario approfondire la cultura su questo tema, anche fra gli stessi specialisti. Poiché ''solo un approccio multidisciplinare permette di identificare le migliori risposte per la donna''.

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