Fa discutere l'iniziativa dell'agenzia di marketing e pubblicità BBH Labs, che al South by Southwest (SXSW) di Austin, festival statunitense di tecnologia, innovazione e musica pop/rock, ha trasformato un gruppo di 13 vagabondi in veri e propri hotspot umani per accedere a internet.
Riconoscibili dalla maglietta bianca con la scritta "I'm a 4G hotspot", questi senzatetto hanno in tasca un dispositivo che consente di accedere alla rete mobile superveloce 4G (LTE) tramite wi-fi e forniscono le informazioni per il collegamento alla rete di ultima generazione.
L’idea di usare i vagabondi come “antenne umane” ha tuttavia scatenato in rete un'ondata di commenti negativi da parte di chi ha visto in questa trovata un trattamento inumano dei senzatetto come “cavie di laboratorio”. Ma la BBH Labs si è difesa: "Lo vediamo come un modo per far crescere la consapevolezza, dando ai senzatetto l'opportunità di entrare in contatto con la società e parlare alla gente" ha detto Saneel Radia, responsabile del settore innovazione: "L'hotspot è un'occasione per raccontare la loro storia".