Marocco: costretta a sposare suo stupratore si suicida, sdegno nel paese

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Ha provocato forte sdegno in Marocco il caso di una ragazza di 16 anni che si è suicidata dopo essere stata costretta a sposare l'uomo che l'aveva violentata. Amina al-Filali si è uccisa la scorsa settimana a Larache, nei pressi di Tangeri, dopo che il suo stupratore aveva evitato il carcere invocando un articolo di legge che consente a chi violenta una donna di non essere perseguito penalmente nel caso in cui accetti di sposare la sua vittima.

Una soluzione spesso accettata dalle famiglie delle giovani, convinte che sia comunque un disonore perdere la verginità  al di fuori del matrimonio. Oggi circa 300 persone hanno manifestato davanti al tribunale che aveva approvato il matrimonio in una dimostrazione organizzata dalla Lega Democratica per i diritti delle donne in Marocco e Bassima Hakkaoui, ministro per le donne e la famiglia e unico membro femminile del governo di Rabat, ha chiesto di avviare il dibattito per riformare la legge parlando all'emittente tv 2M.

Contro la legge e' stata anche messa online una petizione da firmare, che in poche ore ha attirato migliaia di firme. In base alla legge marocchina, lo stupro è punito con una pena dai 5 ai 10 anni, che salgono da 10 a 20 se la vittima è minorenne. (ASCA)

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