Non c'è ancora “nessuna informazione sulla sorte dei turisti italiani” rapiti nello stato indiano dell'Orissa. Lo ha detto lo Chief minister Naveed Patnaik, citato dall'emittente televisiva Ibn Live, dopo che ieri sera è scaduto l'ultimatum posto dai maoisti. A quanto scrive l'Hindustan Times in queste ore le autorità locali stanno intensificando i loro sforzi per garantire la liberazione di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Il sottosegretario all'Interno dello stato, UN Behera, ha assicurato che il governo sta adottando ogni misura necessaria per ottenere il loro rilascio.
Paolo Bosusco, guida di trekking, e Claudio Colangelo, medico missionario, sono stati rapiti due giorni fa dai maoisti nell'area boschiva di Surada, al confine fra i distretti di Kandhamal e Ganjam insieme ad altri due cittadini indiani residenti a Puri rilasciati poco dopo. I due italiani si erano inoltrati nella zona del “corridoio rosso”, che si estende dallo Stato meridionale dell'Andhra Pradesh fino al West Bengala e al Nepal, per un escursione organizzata quando sono stati attaccati e rapiti da una milizia di 30 guerriglieri.
Dietro il rapimento la mano del leader dei ribelli dell'Orissa, Sabyasachi Panda, che in un audiomessaggio mandato in onda dall'emittente indiana Ndtv ha rivendicato il sequestro spiegando che Bosusco e Colangelo sono stati catturati dopo aver scattato delle “riprovevoli fotografie a donne che facevano il bagno in un fiume. Abbiamo arrestato due turisti italiani che come centinaia di turisti stranieri trattano la gente locale come scimmie e oggetti ridicoli. Questo è contro l'umanità e vogliamo che la popolazione si sollevi”, ha dichiarato l'estremista. Panda, dal canto suo, per il rilascio degli italiani ha chiesto ai governi dello Stato e dell'Unione di sospendere tutte le operazioni di sicurezza e di avviare una trattativa sulle 13 richieste avanzate dal movimento nel febbraio 2011, che prevedono tra l'altro la liberazione di tre prigionieri politici, Gnanath Patra, Sabyasachi moglie di Subhasree Panda (il leader locale del gruppo) e Ashutosh Soren secondo la televisione Ndtv. Così è stato, per quanto riguarda almeno l'operazione: il quotidiano Odisha Today ha infatti rivelato ieri che la missione 'Green Hunt' contro i maoisti “è stata sospesa dalle autorità locali”. Intanto sul fronte diplomatico la Farnesina ha confermato il rapimento, spiegando di aver avviato contatti a tutti i livelli con le autorità indiane per trovare una soluzione e inviando il console generale a Calcutta Joel Melchiori sul posto, a Bubhaneswar, per seguire la vicenda. “Siamo preoccupati per il sequestro, ma fiduciosi per il rilascio”, ha commentato ieri Melchiori. A quanto scrive l'agenzia Pti il governo indiano si è anche messo “in contatto” con l'Italia sul rapimento degli italiani e “sta tenendo al corrente Roma su ogni sviluppo”.
Il ministro degli Esteri S.M Krishna, riferiscono fonti qualificate, ha parlato con il “chief minister” dell'Orissa, Naveen Patnaik, il quale lo ha messo al corrente di tutti i dettagli della vicenda. Lo stesso Patnaik ha lanciato ieri un appello ai rapitori in cui si è detto aperto a negoziati e colloqui ed ha presieduto una riunione di emergenza di tutti i responsabili delle forze di polizia e di sicurezza operanti nell'area dove sono stati rapiti gli italiani. Paolo Bosusco e Claudio Colangelo sono rispettivamente il titolare di un'agenzia viaggi, l'Orissa Adventurous Trekking, specializzata nello studio delle tribù della regione e un “medico missionario” impegnato in progetti internazionali, per affrontare e sensibilizzare i problemi legati a situazioni di povertà. Bonusco, 54 anni e piemontese di Condove, frequenta l'India da 15 anni e attraverso la sua compagnia organizza itinerari di trekking accompagnando turisti zaino in spalla per esplorare, con rispetto, la vita quotidiana delle tribù locali. Colangelo, 61 anni, è di Rocca di Papa, località a pochi chilometri da Roma, lavora in un istituto di ricerca della capitale ed era con Bosusco il 12 marzo proprio da Puri per un trekking di cinque giorni. L'Orissa, dove sono stati sequestrati i due, è uno stato federato dell'India orientale, con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. Qui sono attivi circa 20mila guerriglieri maoisti, che rappresentano una delle principali sfide per la sicurezza interna dell'India. Il ministero degli Esteri italiano, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, sconsiglia da 4 anni ogni tipo di viaggio nella zona. Il distretto centrale di Kandhamal, dove è avvenuto il rapimento, appartiene infatti al “corridoio rosso”, nonchè uno dei principali focolai di tensione tra i fondamentalisti indù e la minoranza cristiana.
Nel 2009, l'anno più sanguinoso, i ribelli hanno lanciato oltre mille attacchi contro obiettivi governativi, uccidendo almeno 600 persone. Noti come “naxaliti” dall'insurrezione del 1967 a Naxalbari, Bengala Occidentale, rappresentano un movimento con diverse sfaccettature. L'ideologia marxista comunista a cui si ispirano continua a sedurre le masse agricole e le comunità tribali rimaste escluse dal boom economico. Le ragioni del sequestro di Bonusco e Colangelo sarebbero da rintracciare in un controverso scontro in seno proprio ai maoisti: per l'emittente Ndtv il loro leader Panda, considerato un 'moderatò che si è schierato in passato contro gli omicidi indiscriminati, ultimamente avrebbe perso potere all'interno della leadership, largamente influenzata dai gruppi che agiscono nello Stato dell'Andhra Pradesh e che sostengono una linea più dura. (Asca)