Lavoro: i licenziamenti disciplinari il nodo nell\’art.18 per i sindacati

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I licenziamenti disciplinari. È questo il punto di divisione tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl e principale oggetto della trattativa che da questa mattina sta animando la giornata dei segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella. “Stiamo lavorando” è il leit motiv che vanno ripetendo uscendo dalle varie riunioni che si susseguono.

Una condotta, quella dei leader sindacali, che nasconde in realtà le distanze che ancora caratterizzano le posizioni dei sindacati che non riescono a trovare un punto d'incontro. Sì, perchè, anche se Camusso smentisce la presenza di un documento, in ambienti sindacali riferiscono che di documento non si è proprio parlato anche perchè ancora non si è arrivati ad una convergenza di opinioni. Il punto vero di divisione, all'interno del “nodo” articolo 18 sono proprio i cosiddetti licenziamenti disciplinari. Su questo capitolo il leader della Uil sembra irremovibile e, come ripetuto a margine del convegno biennale del Centro Studi Confindustria a Milano, chiede al governo la definizione di una norma che elenchi le motivazioni per tali licenziamenti. “Senza un vero e proprio elenco di motivi che giustifichino i licenziamenti disciplinari – precisano dal sindacato guidato da Angeletti – non c'è certezza del diritto e non si può accettare un provvedimento che li prevede”. Più “morbidà la posizione della Cisl che sembra essere più possibilista, con Bonanni che si dice disponibile ad una modifica della norma e quindi a trattare. A sbarrare la strada, però, è ancora la Cgil di Susanna Camusso che continua a ripetere che l'articolo 18 non si deve proprio toccare. A ribadirlo è stato anche il leader della Fiom, Maurizio Landini, che a margine del comitato centrale in corso presso la sede di corso d'Italia, sgombrando il campo dalle voci di un'uscita del sindacato metalmeccanico dalla Cgil dicendo che “noi siamo la Cgil”, ha ribadito che “l'articolo 18 non si tocca”. La trattativa vive così un momento di stallo. I leader sindacali continuano a sentirsi telefonicamente escludendo un nuovo incontro.

Per oggi, infatti, era in programma anche un “passaggio” dal ministro del lavoro, Elsa Fornero in vista del vertice di domani a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio, Mario Monti. La situazione, però, resta in standby perchè senza una posizione comune tra i sindacati non si vede la possibilità di tornare al tavolo col ministro. Al momento, infatti, la Fornero non ha in agenda alcun incontro con gli stessi sindacati. (Asca)

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