Oggi torna Monti: polemiche su esodati, lavoro e giustizia

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Consiglio dei ministri martedì o mercoledì, presentazione in settimana del testo del disegno di legge sulla riforma del lavoro alle Camere, questione esodati che attende una soluzione: sono i principali appuntamenti che attendono Mario Monti al suo ritorno in Italia, previsto in giornata, dopo il suo viaggio in Asia. Dovrebbe essere rinviato invece a dopo Pasqua il vertice tra il premier e i leader dei partiti che sostengono il governo.

La lettera di Monti al “Corriere della Sera”, dove ha precisato le sue opinioni sul ruolo dei partiti e dell'opinione pubblica che hanno sostenuto l'azione dell'esecutivo, ha ridimensionato le polemiche rispetto alle dichiarazioni del premier sull'esito di un sondaggio che dimostrerebbe il maggior consenso di cui godrebbe il governo rispetto ai partiti. Sulla riforma del lavoro, è ancora l'articolo 18 a catalizzare l' attenzione. Su “Repubblica” di oggi, in un'intervista, Pierluigi Bersani torna a chiedere che il governo sia disponibile a modifiche in Parlamento del testo che presenterà alle Camere questa settimana in modo da varare una riforma condivisa. In questo caso, precisa il segretario del Pd, la riforma potrebbe essere approvata entro maggio.

Tensioni nel rapporto tra il governo e i partiti di maggioranza si registrano anche sul disegno di legge anticorruzione, sulla norma riguardante la responsabilità civile dei magistrati e la riforma delle intercettazioni. Delle prossime scadenze del suo governo Monti potrebbe discutere prima di Pasqua con il presidente Giorgio Napolitano, in visita ufficiale in Giordania fino a domani. È intanto polemica nell'esecutivo sugli esodati. Gianfranco Polillo, sottosegretario all' economia, intervenendo ieri sera nella trasmissione “In Onda” su La7, aveva aperto uno spiraglio per la situazione che riguarda le centinaia di migliaia di lavoratori che non hanno diritto alla pensione dopo la riforma varata dal governo nello scorso dicembre ma avevano già abbandonato il lavoro. Secondo Polillo, si potrebbe pensare a una soluzione che permetta ai lavoratori in questione di tornare a lavorare: “Gli esodati hanno firmato un accordo con le aziende. Se cambiano le condizioni che hanno legittimato quell'accordo, secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico, possono chiedere che quell'accordo sia nullo”. Ma in serata fonti del Ministero del Lavoro hanno fatto sapere che quella di Polillo non è una posizione del governo. Il ministro Elsa Fornero ha parlato di “soluzione personale”. Il sottosegretario all'Economia ne ha preso atto ridimensionando le sue dichiarazioni e rimettendosi alle decisioni dell'esecutivo.

Critica la reazione della Cgil. “C'è troppa propaganda e troppa improvvisazione da parte del governo. In un tempo in cui il tema è diventato la libertà di licenziare si scopre che qualcuno pensa che si possano annullare accordi tra le parti, magari sottoscritti dallo stesso governo”, ammonisce Vera Lamonica, segretario nazionale del sindacato di Corso Italia. Secondo Cesare Damiano, Pd, ex ministro del Lavoro, le risorse per allargare la copertura a tutti i lavoratori esodati si possono trovare “all'interno degli stessi risparmi previsti dalla riforma delle pensioni, 12 miliardi nel 2015 e 22 l'anno successivo”. Resta tuttavia da chiarire quanti siano i lavoratori interessati. Sulla riforma del lavoro interviene Renato Schifani, presidente del Senato: “Noi siamo pronti a lavorare giorno e notte, non sono i tempi ordinari del Parlamento a frenare la riforma. L'importante è che la maggioranza trovi una sintesi. Se ci fosse, il Senato è pronto ad approvare la riforma del lavoro in 30-40 giorni”. (asca)

Altro tema che riguarda il governo è l'allarme dei Caf, i Centri di assistenza fiscale, sull'Imu. In una lettera inviata al Ministero dell'Economia, evidenziano la “crescente preoccupazione per l'assenza di indicazioni” sulla nuova tassa riguardante gli immobili. Da qui la richiesta di prorogare il termine del pagamento della prima rata fissato per il 16 di giugno. Ai partiti spetta invece il compito di accelerare i tempi di approvazione della riforma elettorale. Secondo Pier Ferdinando Casini, leader del Terzo polo, intervistato dal Tg4, la riforma così come si sta delineando con il ritorno al proporzionale non determinerà la fine del bipolarismo: “Se posso sintetizzare, è un sì alla democrazia dell' alternanza imperniata sulla competizione tra partiti diversi e alternativi tra loro. È un no alle armate Brancaleone che si mettevano assieme per vincere, ma poi non riuscivano a governare”. Casini, che ribadisce la necessità in tempi rapidi sia della riforma del lavoro sia della riforma della giustizia, coglie l'occasione per dichiarare che non crede a un governo Monti bis dopo le elezioni del 2013: “Si deve parlare di uno strumento partito che serva a superare la dicotomia tra tecnici e politici che c'è stata fino a oggi. La politica ha bisogno di tecnici, ma i tecnici senza la politica non vanno da nessuna parte”.

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