''Serve un dibattito rapido ma serio che faccia emergere gli elementi da rafforzare sia dal lato delle esigenze poste dalle imprese che da quello riguardante i precari. Ma questo dovrà avvenire nel solco dell'equilibrio trovato''. È quanto afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a proposito dell'accordo sulla riforma del mercato del lavoro, intervistato da L'Unità, avvertendo che ora ''nessuno tenti colpi di mano'' che potrebbero alterare l'equilibrio raggiunto.
Per Bersani l'intera vicenda ha sofferto ''un'ambiguita' iniziale riguardante il messaggio che si voleva dare'', ''una volta approvata la più rilevante riforma delle pensioni che si sia vista in Europa e che peraltro presenta un buco rilevante sugli esodati che andra' sanato qual era il messaggio da dare? Di deregolazione – spiega Bersani – o ri-regolazione secondo le migliori esperienze europee? Quest'ambiguità ha accompagnato tutta la discussione. Ora ci potrà essere anche un perfezionamento, ma è stato trovato un punto di equilibrio che viste le premesse è molto importante e va mantenuto''.
Quanto al ruolo avuto dal Pd e da lui personalmente con una paziente e lunga mediazione, ''non intendo – ha detto Bersani – ascrivere esclusivamente al Pd il merito della presenza nel disegno di legge del reintegro, chiesto da sindacati, autorita' morali, opinione pubblica. Dopodiche, che ci sia una modifica dell'articolo 18 per come lo abbiamo conosciuto fin qui è evidente e quindi è malafede dire al mondo che abbiamo le stesse rigidità di ieri''.
Bersani polemizza direttamente con Emma Marcegaglia dicendo: ''Stupisce sentire commenti distruttivi da parte di Confindustria, soprattutto quando ci si rivolge all'opinione pubblica internazionale e quando tutti sanno che per il 95% questo disegno di legge risponde al lavoro impegnativo fatto per tre mesi dalle forze sociali''. A una domanda su Di Pietro che parla di reintegro come miraggio, Bersani risponde: ''Non è cosi. È previsto quando vi siano insussistenti motivazioni economiche''.