È convocato alle 17,30, a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri con all'ordine del giorno il Documento di economia e finanza (Def) e il disegno di legge delega in materia di revisione fiscale.
I partiti di maggioranza attendono che il Def fissi gli obiettivi di crescita e di bilancio avviando una sorta di “fase due” nell'azione dell'esecutivo: dopo aver avviato il risanamento, si tratterebbe di favorire con misure ad hoc l'uscita dalla fase recessiva dell'economia. I dati economici non sono favorevoli. Si stima una contrazione del Pil dell'1,3% nel 2012 mentre l'Istat conferma che l'inflazione a marzo ha toccato il 3,3%, la produzione industriale è scesa a febbraio dello 0,7% rispetto a gennaio e del 6,8% rispetto a un anno fa. Secondo alcune indiscrezioni, nonostante l'ordine del giorno ufficiale del Cdm di oggi pomeriggio, la discussione del Def potrebbe essere rinviata anche perchè il vertice di maggioranza di domani sera a Palazzo Chigi tra il premier Mario Monti e Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini dovrà confrontarsi proprio sui temi della crescita economica oltre che sull'iter parlamentare della riforma del lavoro (il Pdl continua a chiedere alcuni cambiamenti).
Su quest'ultimo punto c'è stata una telefonata tra Monti ed Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che dovrebbe aver riaperto il confronto tra governo e industriali dopo la ferma opposizione annunciata proprio da Marcegaglia sul testo della riforma approdato in Parlamento. Sui temi economici ha intanto parlato ieri Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, intervistato nella trasmissione “In mezz'ora” su Raitre: “Creare l'aspettativa per un'ideona che faccia ripartire la crescita è fuorviante. Se l'Italia non cresce da più di dieci anni in maniera adeguata forse è perchè cerchiamo l'ideona e la scorciatoia”. Secondo il ministro, la forza su cui continuare a puntare è invece quella di “aver messo in un piano unico l'agenda per la crescita”, cioè “avere tante idee tutte in fila che toccano tutti gli aspetti del funzionamento di questo paese”. Passera ha ricordato le cose fatte dal governo: innanzitutto lo sblocco di oltre 20 miliardi per le infrastrutture, le liberalizzazioni e le semplificazioni. Quanto alle cose da fare, c'è l'impegno a dare ossigeno alle imprese e a far rientrare appena possibile l'aumento dell'accisa che incide sul prezzo della benzina. Nell'incontro che ha in programma giovedì con il Mef e l' Abi, Passera si è detto convinto “di avere conferma che ci sia la disponibilità, da parte delle banche, di mettere parecchie decine di miliardi” per risolvere il problema dell'indebitamento forzoso delle imprese per i mancati pagamenti dal pubblico e dal privato: “un'enormità che ammonta a circa 100 miliardi”. Nel corso dell'intervista, il ministro si è detto orgoglioso del suo passato da banchiere perchè “le banche italiane, durante la crisi, non hanno mai chiesto soldi al pubblico, non hanno mai fermato il credito”. Poi ha aggiunto: “Dobbiamo fare in modo che la maggior parte possibile di liquidità arrivi a imprese e famiglie”. A proposito di liquidità, il ministro ha detto di apprezzare la politica della Banca centrale europea e il presidente Mario Draghi per le operazioni effettuate, mentre ha criticato la Bundesbank che rappresenterebbe “l'ostacolo” all'obiettivo di una Europa con “il coraggio e le risorse per autosostenersi anche nelle zone in difficolta”'. Ottimista, infine, si è detto il responsabile dello Sviluppo economico sul vertice di maggioranza di domani: se “insieme al Parlamento e alle parti sociali abbiamo varato riforme impensabili fino a qualche mese fa, ora il lavoro continuerà a favore della crescita”, perchè “possiamo uscire dalla recessione prima di quanto pensino i pessimisti accelerando sulle riforme e valorizzando le indubbie forze del sistema Italia”.
Tra gli obiettivi del governo – ha concluso Passera – c'è l'accelerazione del varo di “infrastrutture grandi e piccole, dalle autostrade ai porti alle reti di telecomunicazione di nuova generazione, dal piano casa al piano scuola”. Pure Pier Luigi Bersani intervistato da Tgcom24, è tornato a parlare di misure per la crescita di cui dovrà occuparsi domani il vertice di maggioranza. Sulla riforma del lavoro, il segretario del Pd si è detto ottimista: “Faremo gli aggiustamenti dovuti in Parlamento ma la riforma va avanti”. A preoccuparlo sono piuttosto il problema degli esodati e il vento dell'antipolitica che spira contro i partiti: “Non è possibile che un lavoratore perda l'occupazione, non abbia pensione e non goda di un ammortizzatore sociale. Noi sulle pensioni avevamo indicato un'altra strada. Se c'è qualcuno che pensa di stare al riparo dall'antipolitica si sbaglia alla grande. Se non la contrastiamo, spazza via tutti”. (asca)