Governo: nuovo patto politico dal vertice di maggioranza

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È durato quasi sei ore il vertice di ieri sera tra Mario Monti e i segretari dei partiti di maggioranza Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. Si è discusso soprattutto di crescita e riforma del lavoro.

All'incontro, come segnala una nota di Palazzo Chigi, erano presenti “i ministri competenti per le materie trattate, e cioè il ministro della Giustizia Paola Severino, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, il vice-ministro per l'Economia Vittorio Grilli e il sottosegretario Antonio Catricala”'. Secondo alcune indiscrezioni, Monti avrebbe dato un giudizio molto positivo sull'andamento del vertice, sostenendo che nella serata di ieri è stato siglato un nuovo patto politico che si ripercuoterà sull'azione dell'esecutivo imprimendogli più forza per procedere sulla via delle riforme. Secondo la nota di Palazzo Chigi: “Il tema centrale dell'incontro è stato quello della crescita e della creazione di occupazione, anche nel quadro della politica comunitaria. Sono state passate in rassegna le riforme già adottate e quelle in corso di adozione al fine di migliorare la competitività del sistema-paese e creare un ambiente favorevole alle imprese, stimandone l'impatto in termini di crescita. Il ministro Passera ha illustrato l'Agenda per la crescita fornendo dettagli sulle prossime misure, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture e la liquidità per le imprese”. Provvedimenti, quest'ultimi, che dovrebbe favorire crescita e ripresa economica.

Sulle infrastrutture, si sarebbe deciso di non superare il patto di stabilità a livello degli enti locali come invece chiedevano i Comuni. Lo sblocco degli investimenti avverrà a livello centrale e le maggiori risorse saranno destinate a raggiungere la parità di bilancio. Per quanto riguarda la riforma del lavoro, si è riaffermato l'obiettivo di approvare il ddl in tempi brevi nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Il ministro Fornero avrà il compito di seguire l'iter del provvedimento concordando gli emendamenti soprattutto sul tema della flessibilità in entrata nel mercato del lavoro come richiesto dal Pdl. Nel corso del vertice si è discusso anche del Def (il Documento di economica e finanza che sarà approvato nella riunione del Consiglio dei ministri di oggi), con particolare riferimento – aggiunge la nota di Palazzo Chigi – al “Programma nazionale di riforme, strumento centrale nel quadro della governance europea, che riveste un'importanza particolare nel perseguire gli obiettivi di crescita sostenibile”. Tra le novità, la decisione di un raccordo periodico con i presidenti dei gruppi parlamentari che sostengono il governo “per la definizione di una efficace e coerente programmazione dell'agenda sui principali provvedimenti che il Parlamento esaminera”'.

Sul problema giustizia il ministro Severino ha informato sull'iter parlamentare dei provvedimenti che riguarderanno il ddl anticorruzione, la responsabilità civile dei giudici e una nuova regolamentazione delle intercettazioni (ieri il guardasigilli ha depositato presso la commissione Giustizia l'emendamento del governo al ddl anticorruzione). Resta l'andamento della crisi economica la principale preoccupazione di governo e partiti che lo sostengono. Ieri Monti aveva ribadito, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il premier finlandese Jyrki Katainen, che bisogna “non abbassare la guardia e andare avanti con le riforme”. “Ci siamo trovati d'accordo – ha proseguito il premier in conferenza stampa – sul fatto che il tallone d'Achille dell'eurozona è la questione della crescita: Italia e Finlandia concordano sulla ricetta di riforme strutturali che accrescano competitività e diano flessibilità sull'offerta”.

Positivo sul vertice di maggioranza il giudizio di Bersani che ora attende il governo alla prova dei fatti. Uguale giudizio da parte di Alfano e Casini. Nella riunione non si sarebbe parlato nè di “beauty contest” (la messa all'asta delle frequenze televisive”, nè della riforma della governance della Rai. Proprio ieri la commissione Finanze della Camera aveva approvato, nonostante il voto contrario del Pdl, l'emendamento presentato dal governo che supera il principio del beauty contest per l'aggiudicazione delle nuove frequenze tv. L'emendamento era stato presentato all'interno del dl fiscale. Immediato il commento negativo di Paolo Romani, Pdl: “Avevamo concordato un testo con il governo e il ministro Passera lo ha modificato d'accordo con il Pd. Abbiamo tentato una mediazione per rimediare al pasticcio di questo ministro, ma il Pd non lo ha permesso. È grave”. (asca)

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