LOMBARDIA, FUORI UN ALTRO

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Nell’arco di una sola giornata, quella di ieri, si è dimesso il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, sono stati nominati i due nuovi assessori (la leghista Luciana Ruffinelli al posto di Monica Rizzi come assessore a Sport e Giovani e per il Pdl Margherita Peroni al posto di Stefano Maullu all'assessorato Commercio Turismo e Servizi) e sono state accolte le dimissioni di Renzo Bossi. Il tutto mentre continuava a infuriare la polemica contro il presidente Formigoni, che tenendo duro ha rispostoo a tono ad ogni domanda. Inoltre, come se non bastasse, resta pendente la sentenza del Consiglio di Stato sulle quote rosa poichè tre donne in giunta (c’è anche Valentina Aprea) non sarebbero comunque sufficienti ad assicurare l’equa rappresentanza femminile. Non bastano dunque i segnali forti in arrivo dalla presidenza e dalla Lega nord per placare la bufera in corso sulla Regione Lombardia, che ha ormai visto giungere a quota dieci gli indagati del Pirellone (quasi tutti personaggi di spicco della politica locale o posti in posizioni significative). Boni, il terzo leghista che lascia il Pirellone in pochi giorni per effetto della pulizia avviata da Roberto Maroni, tornerà alla politica attiva. «In funzione di quanto ha fatto il mio Segretario federale, Umberto Bossi, che ha fatto un passo indietro per agevolare una serena condizione politica per il movimento, faccio anch'io un passo indietro, precisando che nessuno me l'ha mai chiesto, in totale autonomia». Il suo gesto è stato salutato con favore da Maroni, che ha commentato: «Voglio che in Regione Lombardia si affermi il nostro nuovo principio: largo ai giovani – ha detto -. Ne abbiamo tanti, sceglieremo un giovane che vada a presiedere il Consiglio regionale ». Ma la palla resta nelle mani del presidente Formigoni, che ieri ha avuto il suo bel daffare nel districarsi tra le domande dei giornalisti, la polemica delle opposizioni e le notizie che una dopo l’altra si susseguivano incalzanti. Sin dal primo mattino, rispondendo alle domande di una trasmissione televisiva, aveva messo in chiaro di voler restare al comando della Lombardia fino al 2015: «In questo momento – ha spiegato su Canale 5 – confermo che il mio desiderio è di completare la legislatura fino al 2015 dando dimostrazione che il nostro è, resta e sarà in questi tre anni un buon governo a vantaggio dei cittadini ». «Non la do certamente vinta – ha concluso – a chi penserebbe di mettermi in fuga o trovare scorciatoie ». E nel corso della giornata in un crescendo dai toni sempre più altisonanti ha risposto a chi gli addebitava rapporti troppo stretti con l’uomo d’affari Daccò, dopo la notizia delle presunte vacanze offerte a lui e al fratello: «Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili. Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida ma questo lo stabilirà la magistratura». Gli avvocati di Daccò hanno voluto chiarire ieri che il loro assistito è stato «ricompensato per la sua attività di lobby in quanto portatore di interessi legittimi della Fondazione Maugeri presso la Regione e per i suoi progetti imprenditoriali, come l'istituzione dei cosiddetti 'ricoveri leggeri'». Quanto alle ultime vicende relative alla Fondazione Maugeri, ha detto: «È scorretto parlare di scandalo nella sanità lombarda, casomai si parla di scandalo di due aziende private, come ce ne sono tante in Italia, quasi 4 milioni. È un regolamento di conti tra privati. Non stiamo parlando di fondi pubblici». Quanto al coinvolgimento di Cl, «quello è un movimento di educazione alla fede cristiana, non bisogna mettere tutto insieme, non c'entra nulla». Poi l’attacco all’opposizione: La maggioranza in Regione «è unita e compatta » mentre «l'opposizione perde pezzi». Ma intanto l’opposizione continua a chiedere a gran voce il ritorno alle urne mentre il Pd prepara a breve una mozione di sfiducia per il presidente Formigoni.

Francesco Unali

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