Beatrice Borromeo:” Per superare le barriere di un Paese dobbiamo rischiare”

0
155

Beatrice Borromeo dopo Santoro, Radio 105 e Il Fatto Quotidiano, è voltata a New York per frequentare la Columbia e prendere cosi il suo master in giornalismo e ha scritto questo intervento per il magazine A.

Inizia raccontando di una ragazzo 24enne proveniente dall’Iraq, che era troppo piccolo per ricordare la strage del 1988 dove migliaia di curdi iracheni come lui sono stati massacrati da Saddam Hussein:” Mio padre ci ha lasciati per combattere il regime”. Cosi Namo ha iniziato a lavorare a nove anni per far mangiare i suoi sei fratelli e la madre; prima vendeva dolciumi e sigarette poi ha imparato ad assemblare le radio giapponesi, e ascoltandole ha capito che la sua passione era il giornalismo, per le sue notizie e per la sua capacità di narrare fatti lontani.

Oggi Namo è laureato alla Columbia University dove frequenta un master in giornalismo grazie ad una borsa di studio vinta in Iraq ed è l’unico della sua famiglia ad aver studiato imparando la lingua inglese attraverso la lettura di libri e guardando film. La Borromeo spiega che questo c ragazzo è il suo compagno di classe e che alla Columbia è pieno di gente come lui.

Ce l’hanno fatta perché hanno fame, hanno la voglia di cambiare la strada della propria e duravita, di andare contro ciò che la vita ha in serbo per noi. Ma la Borromeo spiega che essere “Hungry” e “foolish, come diceva Steve Jobs, non basta per superare la barriera di un Paese, definito da le, stagnante e accartocciato come l’Italia. “Bisogna prendere rischi che spesso sono troppo grandi. Servono fortuna, testardaggine e coraggio.

 

È SUCCESSO OGGI...