È durato quasi tre ore ieri sera l'unico faccia a faccia televisivo tra Nicolas Sarkozy e Francois Hollande. Il presidente uscente doveva mettere nell'angolo lo sfidante cercando di recuperare i 5-6 punti dei sondaggi che danno per favorito Hollande nel ballottaggio di domenica prossima ma non è riuscito nell'intento. Il leader socialista, secondo i commenti della stampa francese, avrebbe prevalso sui temi economici e sociali che sono stati il cuore del match manifestando qualche tentennamento solo sui temi dell'immigrazione e dell'energia nucleare. Il giudizio finale dei media aggiudica la vittoria ai punti a Hollande che sarebbe apparso meno nervoso e aggressivo di Sarkozy.
Il faccia a faccia è stato a tutto campo: dalla crisi economica alla scuola pubblica, dalla disoccupazione al deficit pubblico, dall'immigrazione all'energia nucleare fino alla politica internazionale. I due contendenti si sono punzecchiati più volte polemicamente. “Lei in questi cinque anni ha spaccato la Francia”, dice Hollande. “Ascolti, le insegno qualcosa”, replica Sarkozy infastidito dalle argomentazioni del candidato socialista che gli ricorda il cattivo stato di salute dell'economica francese. Sarkozy rimprovera a Hollande di “non aver detto una parola quando in campagna elettorale dal campo socialista è stato paragonato al maresciallo Petain”. E aggiunge: “Perchè no a Hitler?”. “Monsieur Sarkozy, fare la vittima vi riesce male. Usciamo da cinque anni in cui la Francia è stata divisa e ferita”, risponde lo fidante.. Il primo scontro si verifica sulla categoria di “unita”' della Francia. Sarkozy replica all'accusa di aver diviso il paese sostenendo che “rassemblement è una gran bella parola, è una bellissima idea, ma bisogna riempirla di sostanza”. Hollande controreplica annunciando che se sarà eletto presidente lavorerà per ridimensionare le diseguaglianze sociali che sono cresciute nei cinque anni della presidenza di Sarkozy. Il presidente uscente si spazientisce quando lo sfidante cita come esempio negativo l'aumento consistente della disoccupazione rispetto al 2007. Da qui l'accusa, ripetuta più volte nel corso del faccia a faccia, a Hollande di “mentire”. “Per me dovrebbe essere inaccettabile questa parola ma nella sua bocca è soltanto un'abitudine”, risponde lo sfidante ricordando che il debito pubblico è raddoppiato negli anni di Sarkozy a causa dei “favori fiscali ai ricchi e l'incapacità di controllare la spesa pubblica”. In caso di sua elezione, il candidati socialista propone un prelievo più alto su “coloro che hanno maggiori disponibilità finanziarie e che hanno beneficiato delle politiche fiscali del candidato uscente, noi nel 2017 torneremo all'equilibrio”. Sarkozy rintuzza: “Lei ha passato la prima metà del dibattito a cercare di dimostrare che abbiamo fatto regali ai più ricchi. La differenza fra noi è che lei vuole meno ricchi, io meno poveri”.
Il confronto prosegue sui problemi della crisi economica. Il presidente uscente difende le scelte della Germania e l' aumento dell'Iva per le imprese come deterrente antidelocalizzazione nel caso vogliano trasferire le proprie attività all'estero. Hollande ribatte che quella tedesca è un'Iva che vale un punto, non tre come quella che propone Sarkozy. “La Germania ha fatto esattamente il contrario della politica che lei propone”, continua l'inquilino dell' Eliseo in carica citando alcuni provvedimenti adottati da Berlino, come l'iscrizione dell'obiettivo dell'equilibrio di bilancio nella Costituzione. Mi ispiro a ciò che funziona, non a ciò che non funziona”, aggiunge Sarkozy difendendo le scelte fatte con Angela Merkel nel gestire la crisi economica europea. “Signor Hollande, lei vuole meno ricchi, io voglio meno poveri, non è uno scherzo. La Francia è insieme alla Svezia il paese in cui le tasse sono più elevate. Cosa vuole fare? tassare ancora?”, attacca ancora Sarkozy. “Lei ha aumentato le tasse di un punto e mezzo. È lei al potere, non io”, risponde Hollande criticando la riforma delle pensioni voluta dal presidente: “Io voglio tornare al limite dei 60 anni per coloro che hanno svolto lavori logoranti”.
Sull'immigrazione, Sarkozy rimprovera allo sfidante di sottovalutare l'emergenza nelle politiche di integrazione e che la religione musulmana è ormai la seconda a essere praticata in Francia. Sul nucleare, il presidente uscente accusa Hollande di essere prigioniero delle posizioni dei suoi alleati ecologisti. Quest'ultimo risponde che in caso di elezione investirà di più nelle energie rinnovabili e chiuderà solo una delle centrali nucleari francesi: quella costruita trent'anni fa e che ha la tecnologia più antica e pericolosa. Nel dibattito, Hollande cita come esempio positivo quanto fatto finora dall'attuale governo italiano per rafforzare la necessità di favorire la crescita economica a livello europeo per superare l' orizzonte delle esclusive politiche di rigore: “Anche Monti, che non ha la mia stessa sensibilità politica è cosciente che non si può vivere in recessione”. Il candidato socialista ha poi ricordato a Sarkozy che Silvio Berlusconi è “suo amico”. Il presidente in carica replica stizzito: “Non è amico mio. Ha auspicato la sua elezione”. Hollande, in chiusura, ripete più volte la parola “cambiamento” in contrapposizione al continuismo di una eventuale rielezione di Sarkozy. (asca)