Save the Children: «Lotta a “pedopornografia” sia priorità»

0
168
 

Un'ennesima, drammatica violazione dell'infanzia è quella emersa dall'indagine sulla pedopornografia condotta dalla Polizia Postale del Lazio che ha portato oggi alla custodia cautelare in carcere di una persona che deteneva un'ingente quantità di materiale pedopornografico, con il coinvolgimento di bambini molto piccoli, italiani e stranieri, e anche di neonati. E' quanto si legge in una nota di Save the Children.

''Non possiamo rimanere indifferenti di fronte al ripetersi di abusi di tale gravità e violenza come quelli testimoniati da questa indagine'', ha dichiarato Raffaela Milano, direttore programma Italia Eu di Save the Children. E' necessario, sottolinea l'organizzazione, che il nostro Paese assuma un impegno deciso e concreto per l'identificazione delle piccole vittime. Sono infatti pochissimi i minori sfruttati per la produzione di immagini pedopornografiche che vengono identificati, rispetto alla quantità di materiale sequestrato.

Si consideri che, nel 2010, sono stati in tutto solo 12 i minori identificati . ''Se l'attenzione, le risorse e i metodi impiegati nell'identificazione delle vittime non si rafforzano nel breve periodo – ha detto Milano – la maggior parte dei bambini sottoposti a sfruttamento e abuso non potrà mai beneficiare di misure per la tutela e rimarra' esclusa dall'assistenza terapeutica necessaria''.

Tra le misure urgenti che il nostro Parlamento deve assumere, STC segnala inoltre la necessità di rendere immediatamente operativo l'Osservatorio nazionale sulla pedofilia (già previsto con legge nel 2006) attraverso l'attivazione di una banca dati nazionale che raccolga tutte le informazioni sui casi, per avere un quadro dettagliato del fenomeno – sia per quanto riguarda le vittime che gli abusanti – e poter mettere in campo le contromisure.

Va ricordato che, a seguito della recente ratifica della Convenzione di Lanzarote, come misura di prevenzione è previsto che gli abusanti, oltre a scontare la giusta pena, debbano avere la possibilità di recupero per evitare il rischio di recidiva, e scongiurare una escalation del crimine per i fruitori cosiddetti 'passivi' di tale materiale. E' ormai accertato che la fruizione passiva delle immagini pedopornografiche attraverso la rete è espressione di un interesse che, se alimentato, può portare al diretto uso della violenza sui minori.

È SUCCESSO OGGI...