Caso Ruby, Boccassini: nessun dubbio sul fatto fosse minorenne e si prostituisse

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Quando “Ruby” (vero nome Karima el Mahroug) approdò per la prima volta ad Arcore nel febbraio 2012 la sua minore età “era documentata”. Lo ha sottolineato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, nella sua requisitoria di condanna a carico di Silvio Berlusconi nell'ambito del processo sul Caso Ruby che vede il Cavaliere imputato di concussione e prostituzione minorile.

Il rappresentante della pubblica accusa, che ha preso la parola per proseguire una requisitoria interrotta lo scorso 4 maggio, si è soffermata sul ruolo di Emilio Fede: l'ex direttore del Tg4 era presidente della giuria di un concorso di bellezza organizzato nel 2009 a Letojanni, paesino del messinese, e in questa sua veste “era consapevole che Ruby fosse minorenne”. In poche parole “Fede non poteva non sapere”.

La Boccassini ha poi analizzato il 'modus vivendi’ di Ruby prima di essere introdotta ai festini di Arcore: “Diceva di fare l'animatrice, ma più testimoni parlano di grosse somme di denaro in suo possesso e di vestiti firmati”. Insomma, secondo la Boccassini, numerose prove testimoniano che “Ruby si prostituiva” e che “la ragazza sfruttava a proprio vantaggio la propria avvenenza fisica e soprattutto il fatto di essere extracomunitaria e musulmana, facendo credere di essere sfuggita da una condizione di estrema miseria e da un padre padrone”. Ed è “in questo contesto che la giovane si materializza ad Arcore”, in dei festini dove, ha evidenziato il magistrato, “c'erano anche personaggi con un ruolo all'interno delle istituzioni, come la parlamentare europea Maria Grazia Ronzulli e la deputata Maria Rosaria Rossi”.

Per Ilda Boccassini Se Ruby-Karima è stata travolta dal vortice della prostituzione, questo è accaduto perchè la giovane marocchina “è rimasta vittima del sogno italiano in negativo”, quello che colpisce soprattutto le ragazze più giovani attratte dalla prospettiva di “fare soldi ed entrare nel mondo dello spettacolo”.

Fino al 1 giugno 2010 Ruby-Karima si rivolgeva direttamente a Silvio Berlusconi per avere “quello che le occorreva per vivere in cambio delle serate, e altro, ad Arcore”, ha proseguito la rappresentante della pubblica accusa, secondo la quale, in un primo momento, la giovane marocchina aveva ricevuto direttamente da Berlusconi le risorse necessarie per il suo sostentamento. Dopo il 1 giugno 2010, invece, sarebbe stato Giuseppe Spinelli, ragioniere di fiducia dell'ex premier, a occuparsi di pagare Ruby e le altre ragazze ospiti delle feste di Arcore.

Boccassini si è poi soffermata sul ruolo ricoperto da Nicole Minetti, che a suo giudizio “ricopriva incarichi istituzionali ma aveva in pratica un doppio lavoro: uno, alla luce del sole, di consigliere regionale, e l'altro che prevedeva la gestione delle case di Via Olgettina”. Inoltre, secondo la Boccassini, quando Nicole Minetti si recò la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 a prelevare la giovane in questura, “sapeva che Ruby era minorenne”.

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