''La politica italiana prona al volere della Germania ha permesso che la tutela del nostro debito privato e pubblico detenuto dall'estero (in buona parte generato dal meccanismo perverso dell'Euro e dello SME) diventasse la priorità. La politica italiana ha venduto l'anima al diavolo teutonico in cambio della propria sopravvivenza a spese della collettività su cui ha riversato austerità e deflazione''.
Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo in un post dal titolo 'Il diavolo veste Merkel'. ''Se non sarà l'Italia a reagire lo farà per lei il mercato con il suo linguaggio universale, ci sarà un prossimo rialzo degli interessi richiesti fino a rendere insostenibile il nostro debito'', aggiunge Grillo. ''Oggi come allora (1992 con la svalutazione della lira, ndr) – spiega Grillo – sarà il mercato a imporci una decisione: allora si trattò di abbandonare lo SME e svalutare, oggi si tratterà di decidere se ristrutturare il debito restando nell'euro o tornare alla lira. Solo così l'Italia tornerà a vedere la luce''. Secondo il leader del M5S, ''il credito della Germania verso l'Europa è il lato oscuro della medaglia del debito di Italia e Spagna''.
''Una prova? Usciti dallo SME nel 1992, svalutata la lira di quasi il 20% e riguadagnata la sovranità monetaria, il rapporto debito/pil scese dal 120% del 1992 al 103% del 2003. Nel primo trimestre del 2013 abbiamo raggiunto il 130,3% nel rapporto debito/pil, secondi solo alla Grecia – si legge -. La Storia è piena di entrate e uscite di Paesi da aree monetarie comuni. Queste sono normalmente imposte da Paesi forti (Usa con Bretton Woods, Germania con l'Euro) con fini di annessione economica via export verso le zone più deboli e/o al fine di tutelare i propri crediti in tale area monetaria. Il sistema a cambi fissi di Bretton Woods ad esempio servì agli Stati Uniti per tutelare la propria posizione creditoria verso l'Europa dovuta al Piano Marshall dopo la Seconda guerra mondiale''. (asca)