“Con l’aumento delle temperature i cardiologi devono resettare le terapie e ridurre i diuretici” è quanto afferma l’esperto Claudio Coarelli intervistato su quali accortezze prendere durante il gran caldo per i malati di cuore. “Da luglio a fine settembre – afferma- dovrebbero essere riviste più del 70 per cento delle terapie e diminuito il dosaggio di circa il 50 per cento”.
Durante le ondate di calore è necessario l’occhio vigile dei cardiologi verso le persone cardiopatiche e sofferenti di malattie cardiovascolari. “Riducendo i diuretici – sottolinea Claudio Coarelli – occorre bere di più” e aggiunge: ”Per un uomo di media corporatura necessitano almeno due litri di acqua al giorno ma ciò che più consiglia l’esperto e mangiare tanta frutta e verdura. Ottimo anche un leggero Tè o un succo di frutta. L’importante – spiega- è non far saltare i meccanismi di termoregolazione.
Ai consueti consigli di non uscire di casa durante le ore calde, di non fare attività fisica nelle ore del solleone e di idratarsi molto, l’esperto ai malati di cuore suggerisce di mettersi in contatto con il proprio cardiologo per rivedere la terapia dei diuretici: se il caldo esagerato può causare problemi a chi non soffre di patologie cardiovascolari certamente espone a maggiori rischi i cardiopatici che sono soggetti più deboli. Attenzione dunque in questi giorni alle temperature prima di uscire di casa ma anche al tasso di umidità. Con quest’ultima elevata, infatti, aumenta la percezione della temperatura e crescono i rischi di andare incontro a colpi di calore”.
“Nel colpo di calore – illustra Coarelli – viene a mancare la sudorazione (la cute è asciutta), sale la temperatura e c’è il rischio di perdere quasi conoscenza. Se quest’ultima si verifica – spiega – non fare bere acqua che potrebbe andare nei polmoni (visto lo stato di incoscienza) ma idratare tramite flebo, portare la persona in un luogo fresco ma non freddo e coprirla cercando di fare tornare la termoregolazione. Infine – ricorda – non fare un uso indiscriminato della climatizzazione che potrebbe comportare disturbi dell’apparato respiratorio”.