Attesa riunione di Direzione del Pd, convocata alle 14 con, all'ordine del giorno, le regole e la data del prossimo congresso del partito.
Saranno presenti tutti i big del partito, a iniziare dal premier Enrico Letta. Anche Matteo Renzi, dopo i tentennamenti dei giorni scorsi, dovrebbe aver sciolto positivamente la riserva; anche se potrebbe non intervenire nella discussione. Ieri si è limitato a dichiarare: “Ho detto, per rispetto, che io non avrei più aperto bocca sulle questioni di politica nazionale. Ogni volta che veniva detto o fatto qualcosa c'era una polemica: praticamente una polemica su tutto nelle ultime settimane. Ho fatto volentieri un passo indietro”.
Toccherà a Guglielmo Epifani tracciare l'itinerario che porta al congresso. Nei giorni scorsi il segretario del Pd ha confermato che le assisi si terranno senza indugi entro la fine dell'anno. Si parla di due date possibili: o a iniziare dal 7 novembre o entro i primi dieci giorni di dicembre. Per quanto riguarda le regole, Epifani potrebbe chiedere il mandato di definirle nell'apposita commissione congressuale (è formata da 19 membri di cui solo Lorenzo Guerini si definisce renziano) per poi riferirne nella prossima riunione di Direzione già fissata per il 31 luglio. I renziani temono però che questo appuntamento possa essere rinviato se il giorno prima la Cassazione dovesse confermare la condanna a Berlusconi nel processo Mediaset con imprevedibili effetti sul quadro politico.
Sulla questione della data del congresso verrà presentato un ordine del giorno firmato dai candidati alla segreteria Gianni Pittella e Pippo Civati, oltre che da Goffredo Bettini (ex braccio destro di Walter Veltroni), dal prodiano Sandro Gozi e dal renziano Matteo Ricci di cui è stato diffuso il testo: “Rimandare il congresso rispetto ai tempi indicati nell'ultima Direzione nazionale significa decretare la morte del Pd. Per questo, nel rispetto dello statuto, chiediamo al segretario nazionale del Pd e agli organismi dirigenti del partito di determinare entro la prima settimana di agosto la data di inizio della fase congressuale che dovrà concludersi comunque entro la fine del 2013”.
Per quanto riguarda le regole, i renziani premono affinchè siano il più possibile “aperte”, in modo che all'elezione del segretario possano partecipare non solo gli iscritti al partito ma pure gli elettori del Pd. Il sindaco di Firenze ripete in ogni discorso che occorre evitare ciò che accadde nelle primarie per la candidatura a premier, quando fu sconfitto da Pier Luigi Bersani (“per votare al ballottaggio bisognava avere il certificato medico”). Altro nodo da sciogliere è quello del superamento della norma dello statuto del Pd che prevede l'automatismo tra la carica di segretario e quella di candidato a premier. Per questa soluzione si dichiarano Gianni Cuperlo e Pippo Civati, candidati alla segreteria. Anche i bersaniani potrebbero sostenere questa ipotesi mentre si dichiarano scettici i renziani: l'eventuale candidatura di Renzi alla segreteria del Pd ha come obiettivo quello dell'ipoteca sulla candidatura a premier del centrosinistra. Proprio i bersaniani devono decidere su chi far confluire i propri voti nella corsa alla segreteria dei prossimi mesi, per ora non hanno un loro candidato. Nei giorni scorsi Bersani si è limitato a osservare che c'è già un anti Renzi indicandolo in Letta.
Ieri Cuperlo, partecipando alla trasmissione “In onda” su La7, ha dichiarato che sarebbe molto soddisfatto e onorato, vista la stima per Bersani, se i voti dei bersaniani finissero per confluire sul suo nome. Ipotesi che per ora resta remota a causa dell'imprimatur sulla candidatura di Cuperlo di Massimo D'Alema e i dissensi che dividono Bersani dall'ex ministro degli Esteri. L'ipotesi per ora più accreditata è che all'interno del Pd possa formarsi una sorta di correntone filo Letta e anti Renzi, in cui oltre ai bersaniani possano confluire Dario Franceschini, Beppe Fioroni e altri esponenti di punta del Pd. Questo correntone potrebbe puntare a vincere le primarie potendo contare sulle divisioni sul fronte più di sinistra del Pd con le candidature di Cuperlo e Civati, destinate a cercare consensi nella stessa area di riferimento. A differenza dei bersaniani e degli anti renziani, Cuperlo e Civati appaiono più disponibili a convivere con la prospettiva del sindaco di Firenze che si candida a premier: loro puntano alla segreteria del Pd e alla divisione dei compiti tra chi dovrà governare e chi dovrà rilanciare il partito nell'ambito della ricostruzione del centrosinistra.
C'è attesa per il discorso che farà Letta, dopo aver difeso la politica del suo governo nell'incontro con i deputati del Pd di mercoledì scorso. Il premier, prima di partecipare alla Direzione del Pd, incontrerà alcuni esponenti del M5S. Si legge in una nota di palazzo Chigi che l'incontro è stato chiesto dal Movimento 5 Stelle. I grillini fanno sapere che il loro ostruzionismo messo in opera alla Camera contro il “decreto Fare” ha come obiettivo quello di contrastare la riforma dell'articolo 138 della Costituzione, auspicata dal governo in tempi stretti, che stabilisce le modalità di cambiamento della stessa Carta costituzionale. (asca)