Occhi puntati sulla Cassazione che si riunisce oggi per pronunciarsi sul processo relativo ai diritti tv Mediaset in cui Silvio Berlusconi è stato condannato nei primi due gradi di giudizio a 4 anni di reclusione e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici con il rischio della messa in discussione del suo status di senatore.
Franco Coppi e Niccolò Ghedini, avvocati dell'ex premier, non dovrebbero chiedere lo slittamento dell'udienza fissata per oggi. Le previsioni sono che i lavori della Cassazione potrebbero protrarsi nelle giornate di domani e giovedì, a meno di un rinvio dell'udienza a fine agosto o settembre. Sono tre gli scenari in discussione: la conferma della sentenza di condanna della Corte d'Appello di Milano, l'annullamento con la relativa assoluzione, l'annullamento con rinvio ai giudici di secondo grado.
Un verdetto di conferma della condanna avrebbe inevitabili effetti sul dibattito politico e sulla tenuta del governo presieduto da Enrico Letta. Ieri Laura Boldrini, presidente della Camera, nel tradizionale incontro con i giornalisti parlamentari nella cerimonia del Ventaglio che precede la pausa estiva, ha auspicato che ''singoli casi giudiziari non interferiscano nella vita delle istituzioni e qualunque sia la decisione della Cassazione essa non dovrà avere ripercussioni sulle attività parlamentari”. La dichiarazione non è stata apprezzata dal Pdl che non considera ''Berlusconi un singolo caso giudiziario”. ''Tocca alla politica sanare uno squilibrio dei poteri che si trascina da troppo tempo, con effetti devastanti”, sottolinea ad esempio Renato Brunetta, capogruppo alla Camera. Il Pdl non recede dalla posizione che ritiene inaccettabile la decapitazione politica di Berlusconi per via giudiziaria. Sottolinea Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture: ''Con la sentenza della Cassazione innanzitutto è in gioco un fatto mai accaduto in nessuna democrazia: la condanna del leader che guida da vent'anni lo schieramento dei moderati”.
Nonostante Berlusconi abbia fatto sapere che in caso di conferma della sentenza nei suoi confronti non ha intenzione di annunciare il rompete le righe per quanto riguarda il sostegno del Pdl al governo, gli effetti di una decisione di quel tipo della Cassazione equivarrebbero a un terremoto nei confronti del governo. Dichiara Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie locali: ''Un minimo di preoccupazione c'è anche se tutti i principali attori hanno garantito che non ci saranno ripercussioni per il governò'. Dalla Grecia, impegnato in una visita ufficiale, il premier Letta ha assicurato che in ogni caso ''non ci saranno terremoti”. A palazzo Chigi non si teme tanto l'effetto immediato di un eventuale pronunciamento della Cassazione che confermasse la condanna di Berlusconi, quanto la guerriglia quotidiana che quella decisione potrebbe scatenare nel rapporto con il Pdl. Anche il Pd è in attesa.
Domani si riunirà la Commissione che ha il compito di preparare il congresso e di trovare un accordo sulle regole (problema su cui finora non c'è intesa). Giovedì è in programma l' incontro dei senatori del Pd con Letta. Una riunione della Direzione potrebbe essere convocata in qualsiasi momento, pur preferendo il segretario Guglielmo Epifani che si tenga a settembre, prima dell' Assemblea nazionale del Pd che dovrà esprimersi sul percorso congressuale. Dichiara intanto il senatore Vannino Chiti: ''Nessuna reazione eversiva da parte del Pdl, altrimenti si assumerebbero la responsabilità di fare venire meno l'alleanza di governò'. Il riferimento è all'ipotesi che gli esponenti del Pdl possano dimettersi dal Parlamento, come auspicato da alcune dichiarazioni del sottosegretario Michaela Biancofiore, Pdl. Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, sottolinea: ''Ci sono due ragioni politiche e istituzionali per le quali il governo dovrebbe essere tenuto al riparo dalla sentenza.
La prima è che la giustizia non può condizionare l'agire della politica, e viceversa; la seconda sta nel fatto che le ragioni che hanno portato alla nascita di un governo di necessità non sono venute meno. Anzi”. Quanto all'atteggiamento del Pd nel caso di un pronunciamento della Giunta per le elezioni e per le immunità di palazzo Madama sulla decadenza dallo status di senatore di Berlusconi, Zanda precisa: ''Non dovrebbe esserci materia di discussione, almeno per noi del Pd. Dovremmo prendere atto e rendere operativa una sentenza della magistratura”. (asca)