Cucciolo aiuta la padroncina a uscire da terapia intensiva

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Portos, un cucciolo di Golden retriever, ha aiutato la sua padroncina, una bambina di 10 anni ricoverata nella Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma, a guarire da uno stato depressivo profondo sviluppato in seguito alla sua condizione di salute durante la degenza nel reparto intensivo. Un incontro al giorno col suo amico a quattro zampe l’ha aiutata a ritrovare il sorriso e le forze per reagire alla sua malattia e sconfiggerla. Ora la bimba è tornata a casa guarita. Si tratta del primo caso di pet-therapy in terapia intensiva pediatrica nel Lazio e tra le prime esperienze di questo tipo conosciute in Italia.

È il lieto fine avvenuto presso la Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico universitario A. Gemelli, grazie all’idea dell’équipe medica diretta dal professor Giorgio Conti  dove è stato attivato con successo un programma di pet-therapy in una bambina affetta da mielite post-infettiva (una reazione del midollo spinale molto rara) e per questo da una forma temporanea di tetraplegia.

La piccola paziente aveva sviluppato uno stato di profonda depressione post-traumatica e l'equipe multidisciplinare di rianimatori pediatrici, neuropsichiatri infantili ed ematologi del Gemelli, d’accordo con la famiglia, ha condiviso l'idea che il gioco con il suo piccolo cucciolo di cane potesse essere di grande giovamento sia per il suo umore, sia per la guarigione che richiedeva l’impegno nella fisioterapia.

La pet-therapy è prevista nelle linee-guida di trattamento della Critical Care Society U.S.A. (Società scientifica statunitense di Terapia Intensiva), ma questa è una delle prime esperienza di pet-therapy in Terapia Intensiva Pediatrica nel nostro Paese, certamente la prima nel Lazio.

“Stati depressivi nei pazienti ricoverati in terapia intensiva pediatrica sono abbastanza comuni – ha spiegato il professor Conti – soprattutto nei bimbi un po’ più grandi perché che sono sottoposti ad alcune procedure come l’intubazione  che li rattristano particolarmente. Per questo abbiamo attivato questo programma di pet-therapy e puntiamo a riproporre questo trattamento integrato anche per altri piccoli pazienti che in futuro saranno ricoverati nella nostra terapia intensiva aperta”.

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