Il partito di Silvio Berlusconi ha deciso di battere il tasto della ''agibilità politica'' per l'ex premier in previsione dell'inevitabile applicazione della condanna che può tradursi in arresti domiciliari o in affidamento ai servizi sociali. Secondo alcune indiscrezioni, i capigruppo Schifani e Brunetta avrebbero posto la questione al capo dello Stato nel loro colloquio al Quirinale dove non si è parlato di una eventuale ''grazia'', bensì di una possibile modifica alla legge Severino-Monti in modo da evitare che la condanna per frode fiscale si trasformi in ineleggibilità.
Secondo il Pdl, la soluzione andrebbe trovata in Parlamento nel quadro di una necessaria riforma della giustizia che deve entrare a far parte del programma dell'esecutivo. Brunetta ha spiegato la richiesta del Pdl in un articolo pubblicato ieri dal ''Giornale'': «In seguito alla condanna definitiva, il Cavaliere dovrebbe decadere dal Parlamento e non essere eleggibile per i prossimi sei anni. Ma il nodo è quello della retroattività. La sanzione, infatti, si andrebbe ad applicare a fatti ampiamente antecedenti all'entrata in vigore della norma, e come tale presenterebbe dei profili di dubbia costituzionalità».
Da quelle osservazioni trae origine la linea scaturita dal vertice del Pdl svoltosi a palazzo Grazioli, dopo che Schifani e Brunetta hanno riferito del loro colloquio al Quirinale, che lega il sostegno al governo – oltre all'agibilità politica per il proprio leader – alla riforma della giustizia, a iniziare dalla separazione delle carriere dei giudici e dalla loro responsabilità civile o dalle proposte avanzate dal gruppo di ''saggi'' voluto dal presidente Napolitano prima del varo del governo Letta. Fonti del Quirinale ci hanno tenuto a precisare: «Schifani e Brunetta hanno illustrato al presidente della Repubblica le loro valutazioni circa le esigenze da soddisfare per un ulteriore consolidamento dell'evoluzione positiva del quadro politico in Italia e uno sviluppo della stabilità utile all'azione di governo».
Segue la precisazione che Napolitano «sta esaminando con attenzione tutti gli aspetti delle questioni che gli sono state prospettate». Il Pdl chiede intanto che non ci sia una accelerazione dell'iter che al Senato dovrebbe far decadere dalla sua carica parlamentare Berlusconi decretandone contemporaneamente l'ineleggibilità, come invece auspica il M5S che vorrebbe addirittura che tutto ciò avvenga prima della pausa estiva. Il governo è per ora al riparo dalle ripercussioni del verdetto della Cassazione che ha confermato la condanna a Berlusconi per frode fiscale.
Ieri, da Bolzano dove ha firmato un memorandum d'intesa con la giunta provinciale, Enrico Letta ha precisato che non ha nessuna intenzione di farsi logorare: «Penso che ci sia bisogno di stabilità e ci sono segnali di consapevolezza di questo bisogno. In Italia occorre tutto fuorchè una crisi politica dagli esiti incerti. Gli italiani chiedono stabilità e risposte concrete». Tra le priorità, il premier ne ha ricordato una: «C'è il grande problema di una legge elettorale, senza la quale le elezioni darebbero una ulteriore situazione di instabilità. Per la legge elettorale occorre una procedura d'urgenza, a settembre in commissione e a ottobre si vada in aula».
Il premier sottolinea un'avvertenza: «Nel momento in cui non si potranno più compiere fatti vorrà dire che ci sarà il logoramento del governo e a me non interessa minimamente lavorare per aggiungere un giorno in più alla vita dell'esecutivo». Infine, un annuncio che soddisfa il Pdl: «Su Iva ed Imu entro il 31 agosto sarà detta la parola fine. Ad agosto si lavorerà senza interruzioni di continuità, ci saranno Consigli dei ministri dove si affronteranno alcuni nodi ai quali stiamo lavorando».
Guglielmo Epifani, segretario del Pd, si è incontrato con Letta prima che quest'ultimo partisse per Bolzano: «Ho dato un incoraggiamento al presidente del Consiglio perchè si trova a operare nel cuore più profondo della crisi. Il governo non può, nè deve, farsi logorare dalle polemiche che abbiamo visto in questi giorni». Per quanto riguarda il Pd, Epifani annuncia che giovedì si terrà la Direzione del Pd a cui parteciperà pure Letta per discutere della situazione politica e delle regole per il Congresso. Si verificherà in quella sede se nel Pd cresce la candidatura di Matteo Renzi come candidato premier del centrosinistra in caso di elezioni anticipate in primavera, ipotesi che lascerebbe ad altri l'onere della segreteria del partito. (Asca)