E' sempre più alta la tensione nello Yemen, dopo la decisione di alcuni Paesi occidentali di chiudere le proprie sedi diplomatiche in seguito all'allarme terrorismo lanciato dagli Stati Uniti la scorsa settimana.
Secondo una fonte del governo yemenita, stamattina è stato sventato un piano di Al-Qaeda per «far saltare alcuni oleodotti e prendere il controllo di alcuni porti nel Sud» dove si concentrano le esportazioni, soprattutto di petrolio, e sono impiegati diversi lavoratori stranieri.
Numerosi mezzi blindati sono stati impiegati per proteggere i potenziali target. Intanto, negli ultimi giorni l'amministrazione Obama ha autorizzato una serie di raid con i droni proprio nello Yemen, con ben 16 attacchi dall'inizio dell'anno.
La nuova campagna è una risposta diretta alla decisione dei gruppi terroristici locali di «attaccare obiettivi occidentali», come ha spiegato il Dipartimento di Stato. Non è ancora chiaro se questi raid hanno potuto bloccare il previsto attacco: «è troppo presto per dirlo».
Nell'ultimo raid, avvenuto ieri, sono rimasti uccisi quattro militanti nella provincia di Marib. Nel frattempo, la decisione annunciata da Washington di chiedere a tutti i cittadini americani di lasciare lo Yemen e ritirare il personale non di emergenza dalle sedi diplomatiche è stata criticata dal governo di Sana'a.
Una scelta simile «fa il gioco degli interessi degli estremisti e mina la cooperazione tra i due Paesi e l'alleanza internazionale contro il terrorismo». (ASCA)