Enrico Letta difende il suo governo dal pericolo di elezioni anticipate e ammonisce: ''Per riformare l'Imu, come per le altre questioni fiscali, servono un governo e un Parlamento. Se non ci fossero, l'Italia pagherà le rate di settembre e dicembre. Vorrei che tutti fossero consapevoli di questo aspetto''. Il premier lo dichiara a Baku, capitale dell'Azerbaigian, dove ieri era in visita ufficiale per l'intesa sulla costruzione del Tpa (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che arriverà in Puglia partendo dal paese caucasico e attraversando Grecia e Albania. Chiarisce Letta: ''Tutti si rileggano gli impegni nel mio discorso in Parlamento e tengano anche presente questo concetto: senza governo e Parlamento si pagherà l'Imu a settembre e a dicembre''.
Il presidente del Consiglio interpellato sul tema della ''agibilità politica'' di Silvio Berlusconi non risponde perchè il problema non riguarda il governo. Preferisce parlare dell'attività dell'esecutivo: ''Il governo è impegnato ad affrontare i problemi degli italiani e nulla mi distoglierà da questo. Sono impegnato, impegnatissimo, a risolverli. Questo è l'impegno principale. Il problema dell'energia è uno di questi. Le decisioni che prendiamo per esempio qui sull'energia avranno conseguenze fondamentali per l'Italia nei prossimi decenni''. Positiva la reazione alle parole di Letta da parte di Angelino Alfano, vicepremier e ministro degli Interni, che dichiara al Tg1: ''Ha detto parole chiare: è evidente che se il governo va avanti l'Imu non si pagherà. Il Pdl è il fortino antitasse dentro questa maggioranza. Sono convinto che centreremo questo obiettivo.
Non è un capriccio del nostro partito ma un bene per gli italiani e la ripresa economica''. L'obiettivo del Pdl resta tuttavia l'abolizione integrale dell'Imu e non la sua riforma (nei giorni scorsi Fabrizio Saccomanni, ministro dell'Economia, aveva reso pubbliche nove proposte di rimodulazione dell' Imu su cui il suo ministero sta lavorando). Dichiara Mariastella Gelmini, vicepresidente del Pdl alla Camera: ''Per il Pdl, leale sostenitore del governo delle larghe intese, è vero l'esatto contrario di ciò che ha detto il premier a Baku: il governo rischia cioè di cadere se gli italiani saranno costretti a pagare l'Imu, disattendendo così un accordo preciso Pdl-Pd. Una sola cosa conviene a tutti: abolire l'Imu e basta''.
Anche Renato Schifani, capogruppo al Senato del Pdl, ribadisce la posizione del suo partito: ''Il presidente Letta converrà che non possiamo ingannare le famiglie non abolendo l'imposta sulla prima casa ed impedendo al mercato immobiliare e al settore del mattone di ripartire con tutte le ricadute positive sull'economia reale del paese''. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato per il Pdl, non lascia margini di azione al governo: ''Letta difende il suo ruolo ma la tassazione sulla riforma delle case deve portare un giovamento reale pari alla cancellazione dell'Imu sulla prima abitazione. Per noi l' abolizione dell'Imu è vincolante e prioritaria, entro il 31 agosto la riforma deve portare un vantaggio concreto per le famiglie italiane e l' 80% delle famiglie italiane è proprietario di una casa''. Da Baku, il premier è intervenuto anche sui nuovi sbarchi di migranti sulle coste italiane: ''Esprimo il mio profondo dolore per i morti che sulle spiagge di Catania abbiamo purtroppo accolto.
L'Italia non ha mai fatto mancare l'accoglienza. L'Italia fa e farà sempre la sua parte, però pretende che l'Europa affronti con un altro passo la vicenda dell' immigrazione nel Mediterraneo''. Per Letta: ''L'instabilità in Africa, nel Corno d'Africa e in Siria è ormai uno stato tragicamente strutturale da un paio anni. C'è bisogno di un approccio diverso. Nell' incontro di dieci giorni fa ad Atene con il primo ministro Samaras abbiamo deciso di mettere il tema del cambio di passo nella politica migratoria al primo posto nei nostri futuri semestri europei''. (asca)