''Finisca il rumore delle armi. La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l'umanità''. Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della veglia per la pace in Siria e nel mondo organizzata in piazza San Pietro, dove ieri si sono raccolte oltre 100mila persone. Il pontefice ha inoltre invocato e chiesto con forza che ''risuonino'' ancora una volta ''le parole di Paolo VI: 'Non più gli uni contro gli altri, non più, mai. Non più la guerra, non più la guerra. La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità''.
''Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani, i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace''. ''Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza – ha sottolineato il papa – e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l'indifferenza verso l'altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l'armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l'incontro''.
''Nel silenzio della Croce – ha aggiunto il pontefice – tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace''. ''La mia fede cristiana – ha sottolineato il papa – mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si e' risposto con il linguaggio della morte''. (asca)