Si diffonde la notizia che al liceo Mamiani di Roma, sul libretto delle giustificazioni, le diciture mamma e papà sono state sostituite con genitore 1 e genitore 2 e subito si alza un vespaio, tra favorevoli e contrari.
A difendere la scelta della preside dello storico istituto classico di Prati la consigliera capitolina di Sel Imma Battaglia, sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti civili, la quale ha rivolto un plauso alla dirigente scolastica e anticipato alcune iniziative istituzionali:
“Riuniremo una commissione congiunta Scuola e Politiche Sociali per proporre l’estensione del modello Mamiani a tutte le scuole di Roma e per avviare corsi di formazione e aggiornamento per gli insegnanti sul tema della dialettica inclusiva nella scuola, affinchè si evidenzi senza ideologie il ruolo sociale della famiglia piuttosto che quello genetico, e si rafforzi quello fondamentale dell’educazione e della formazione nell’accompagnare e sostenere il complesso percorso della costruzione dell’identità dei nostri giovani”.
Della stessa opinione la consigliera regionale del gruppo Per il Lazio Marta Bonafoni, che ha definito la scelta del liceo Mamiani come il “frutto di uno sguardo lungimirante sulla società italiana e sulle sue trasformazioni, che può togliere dall’imbarazzo tutti i figli di quelle famiglie allargate, monoparentali, ricomposte, fatte anche ma non solo di genitori dello stesso sesso, che altro non sono se non le famiglie che abitano nella porta accanto alla nostra, i cui figli siedono al banco vicino ai nostri figli”.
Favorevole all’inziativa anche Alessandra Cattoi, assessora di Roma Capitale alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità e Fabrizio Marrazzo, portavoce di “Gay Center” .
Di tutt’altro avviso Francesco Storace, capogruppo de La Destra alla Regione che ha presentato una interrogazione sul caso e Sveva Belviso, consigliera Pdl in Comune, che ha stigmatizzato il fatto come uno scherzo di carnevale in anticipo sul calendario.
Di “decisione grave” hanno parlato i deputati del gruppo Scelta Civica della Camera Paola Binetti e Gian Luigi Gigli, mentre Fratelli d’Italia hanno definito la novità una “idiozia ideologica da contrastare in ogni modo”.