Si era vestito di un candido abito talare, su cui sfoggiava una copia del semplice crocifisso indossato da Papa Francesco, e, breviario alla mano, si è presentato nella chiesa del Sacramento di Santa Maria in Via, a due passi da largo Chigi, dove ha iniziato a impartire benedizioni ai fedeli, in cambio di un obolo di 20 euro.
LA TRUFFA – Peccato che i soldi raccolti, ufficialmente destinati alla chiesa, in realtà finivano nelle sue tasche. A finire nei guai, dopo essere stato scoperto “nel pieno delle sue funzioni” dal vero parroco della chiesa, è stato un cittadino bosniaco di 30 anni, nella Capitale senza fissa dimora e con precedenti. I carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina, avvisati dal sacerdote “originale”, hanno preso in custodia il falso prete e lo hanno portato in caserma, dove è stato denunciato a piede libero. La sua “attrezzatura” da lavoro è stata sequestrata.
ELEMOSINA – Il travestimento da prete non è una “pratica” inusuale. Qualche mese fa per esempio erano state le segnalazioni di alcuni cittadini che avevano denunciato la presenza di un falso prete, solito a chiedere l’elemosina, che avevano portato gli agenti del Commissariato Tor Carbone, a indagare in merito. Durante il servizio di appostamento i poliziotti, individuato il soggetto, l’avevano riconosciuto quale noto personaggio che, già in passato, era stato denunciato per lo stesso reato.
LA VALIGETTA – L’uomo, proveniente da via Laurentina, vestito completamente di nero e con un vistoso crocefisso al collo aveva con sé una valigetta nera ed una agenda. Seguito a distanza, l’avevano visto avvicinarsi ad un’autovettura ferma nei pressi del consolato romeno. Aveva iniziato a parlare con una ragazza seduta all’interno del mezzo, le aveva mostrato alcune fotografie e dopo aver ricevuto una banconota da 5 euro dalla donna, le aveva consegnato l’effigie di un santino scrivendo qualcosa sull’agenda. Immediatamente bloccato l’uomo era stato identificato per C.A., romeno di 57 anni. All’interno dell’agenda i poliziotti avevano rilevato la presenza di numerosi nominativi di persone e le varie offerte elargite da queste. All’interno della valigetta erano stati rinvenuti oltre ai numerosi “santini” anche fotografie di bambini disabili probabilmente utilizzate dall’uomo per impietosire le persone alle quali chiedeva l’elemosina.
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