Ciro Esposito è morto stamattina all’alba. La notizia è stata data intorno alle 6.20 del mattino di mercoledì 25 giugno. «Dopo 50 giorni di rianimazione intensa e protratta, Ciro Esposito è da poco deceduto per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali». Lo ha comunicato in una nota il professor Massimo Antonelli, direttore del centro di Rianimazione del policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove il giovane era ricoverato.
50 GIORNI TRA OPERAZIONI E SPERANZA – Ciro Esposito era ricoverato al Gemelli dal 3 maggio scorso, dopo essere stato ferito a colpi di arma da fuoco prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina all’Olimpico. Nella giornata di mercoledì le voci sulla sua morte si erano inseguite sin dalla mattinata, avviando una lunga scia di polemiche per le notizie false e alimentando le paure di scontri tra tifoserie rivali. Ora la famiglia di Ciro, che per tutta la giornata di mercoledì aveva chiesto di evitare le polemiche e di volere solo giustizia ha voluto sottolineare il senso della morte del tifoso 27enne: Ciro era intervenuto «per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio. E’ morto per salvare gli altri. Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte» dicono in un comunicato diffuso nelle ore più dolorose.
20 PERSONE ACCANTO A LUI SINO ALLA FINE – A vegliarlo fino all’ultimo istante di vita nei corridoi del Gemelli c’erano la madre, il padre, la fidanzata e un’altra ventina tra familiari e amici più stretti. Presto dovrebbe essere allestita una camera ardente a Napoli nel quartiere di Scampia, mentre già è stato chiesto il lutto nazionale. Ora la famiglia di Ciro chiede solo giustizia e non intende accanirsi contro il solo Daniele De Santis, per il quale il capo di imputazione diventa adesso di omicidio volontario. «Daniele De Santis non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi nella gestione dell’ordine pubblico ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto».
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