Il tesoro di Diabolik, sequestrati 2,3 milioni al capo ultras Lazio

Sotto sigillo immobili, auto, partecipazioni societarie riconducibili a Fabrizio Piscitelli

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A quanto pare, era decisamente una vita da nababbo, quella del capo ultrà della Lazio Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, attualmente detenuto presso il carcere di Rebibbia per traffico di droga. La Guardia di Finanza di Roma ha infatti sequestrato, questa mattina, all’esponente del gruppo degli Irriducibili, beni per oltre 2 milioni e 300 mila euro.

I MOTIVI DEL SEQUESTRO – All’uomo, coinvolto in passato in altre vicende criminali, sono stati tolti immobili, auto, partecipazioni societarie e azioni dopo aver verificato l’enorme sproporzione tra i redditi dichiarati (o meglio non dichiarati) e il suo reale patrimonio, accumulato nel corso del tempo grazie alla carriera criminale ma anche attraverso la commercializzazione di gadget della Lazio, tra cui la riproduzione dell’immagine di Mister Enrich, un vecchio fumetto inglese divenuto simbolo degli Irriducibili.

I BENI SEQUESTRATI – Nel dettaglio, il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Roma ha riguardato: il patrimonio aziendale e beni di una società, con sede a Roma, per il commercio all’ingrosso di abbigliamento ed accessori; il fondo comune ed intero patrimonio di un’associazione culturale, con sede a Roma, gestita con altre figure di spicco della frangia estrema della tifoseria laziale, per fini culturali e ricreativi; le quote societarie di una società, con sede a Roma, per la produzione nei settori della stampa, dell’editoria e della grafica; due immobili, di notevoli dimensioni e valore, a Grottaferrata, nei pressi di Roma; tre autoveicoli; i rapporti bancari, postali, assicurativi e le azioni. Il tutto per un valore di oltre 2.300.000 euro.

UNA VITA CRIMINALE – In carcere dal 24 settembre 2013, Piscitelli è sottoposto a sorveglianza speciale per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Il capo ultrà della Lazio era stato arrestato in quanto promotore, finanziatore e organizzatore dell’acquisto di ingenti quantitativi di hashish dalla Spagna, introdotti in Italia tramite corrieri. Le indagini hanno anche rivelato che “Diabolik”, tra il 1991 ed il 1992, aveva avuto rapporti con il boss della camorra trapiantato a Roma Michele Senese, che attraverso il capo ultrà e il fratello Gennaro Senese aveva stretto accordi con il clan Abate, all’epoca egemone nell’area di San Giorgio a Cremano (Napoli). Accordi finalizzati all’approvvigionamento di eroina dalla Turchia, via Germania e di hashish dalla Spagna. In tempi più recenti Piscicelli era stato anche coinvolto nel processo sulla tentata scalata alla Lazio con capitali criminali e in molti episodi di violenza negli stadi.

 

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