Ragazzo pestato dai poliziotti: la denuncia choc di Ilaria Cucchi

L’episodio è accaduto mercoledì 30 luglio davanti al Verano

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Ammanettato e pestato a sangue in strada a Roma. Dagli agenti di polizia. Un’agghiacciante denuncia dall’amaro sapore di déjà-vu, quella fatta ieri da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il geometra trentunenne morto in carcere a Regina Coeli con lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso, all’addome e al torace.

L’EPISODIO CHOC – Ilaria si trovava in auto con Guido Magherini, padre di Riccardo, un altro ragazzo morto dopo essere stato fermato dai carabinieri, e con il loro avvocato, Fabio Anselmo. I tre stavano tornando dalla cerimonia per l’anniversario della morte di Dino Budroni, ucciso durante un inseguimento della polizia sul Grande raccordo anulare. E passando davanti al Verano, si sono accorti, quasi increduli, di ciò che stava riaccadendo. Un ragazzo esile, riverso per terra, le manette ai polsi e il volto coperto di sangue. E tre agenti della polizia penitenziaria che, secondo la denuncia presentata ieri da Ilaria al commissariato di Porta Maggiore, lo avrebbero tenuto per il collo e preso a calci dietro alle gambe.

IL RACCONTO DI ILARIA CUCCHI – «Quando ci ha visti quel ragazzo sembrava rassicurato – ha raccontato poi Ilaria Cucchi – ha detto più volte: chiamate la mia famiglia e ha provato a darci un numero di telefono, ma non aveva la forza. Il suo volto era una maschera di sangue. Gli agenti della penitenziaria continuavano a ripeterci: sappiamo noi quello che facciamo».

LA VERSIONE DEGLI AGENTI – La denuncia di Ilaria darà il via alle indagini per appurare cosa sia realmente accaduto ma intanto il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha fornito la sua versione spiegando che gli agenti sarebbero intervenuti per sedare una lite tra il ragazzo, un cittadino romeno, e due sue connazionali. E asserendo che il giovane aveva già il viso coperto di sangue prima ancora dell’intervento degli agenti e che questi lo avrebbero ammanettato solo per impedire che aggredisse le due donne. Il giovane, incensurato, è stato rimesso in libertà dopo aver firmato il rifiuto per il ricovero. Quanto alle due donne, non risulta che abbiano sporto alcuna denuncia.

 

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