L’ex re delle cooperative romane Salvatore Buzzi, arrestato lo scorso 3 dicembre insieme all’ex nar Massimo Carminati nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale“, era stato messo sotto scacco da una ragazzina, una giovane barista della cooperativa ”29 giugno” per una vicenda di sesso e denaro.
LA RELAZIONE – E, proprio per quella storia, Buzzi è stato ascoltato ieri in un’aula del tribunale monocratico di Roma. Questa volta come vittima. Aveva intrecciato infatti con Katia C., questo il nome della ragazza, una relazione ma lei a un certo punto aveva iniziato a minacciarlo, pretendendo dei soldi per non rivelare tutto alla compagna di lui.
IL RICATTO – «Temevo che potesse chiedere altro – ha raccontato Buzzi in aula – Avevamo avuto una breve storia. Siamo stati insieme quattro o cinque volte. Poi è finita. Quando il direttore del personale non le ha rinnovato il contratto part-time per delle sue difficoltà comportamentali lei ha cominciato a chiedermi soldi. Voleva seicento euro al mese per pagare l’affitto. Pena, avrebbe rivelato i nostri incontri alla mia compagnia».
IL PROCESSO – Un’impasse in cui il fondatore della cooperativa 29 giugno rimase però poco. Anziché cedere al ricatto, infatti, Buzzi decise di denunciare la ragazza, ora 30enne, che è finita sotto processo per il reato di tentata estorsione.
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