Bruno Conti truffatore? Ecco la vera storia degli abbonamenti falsi

Titoloni su siti e giornali ma si tratta solo di omonimo del campione giallorosso

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I titoloni ad effetto apparsi su quotidiani e siti d’informazione avevano effettivamente lasciato a bocca aperta: Bruno Conti bagarino e truffatore? A rischio processo con l’accusa di truffa e falso Come si direbbe in questi casi, “Keep calm and carry on”: andiamoci piano e manteniamo la calma. Sì perché l’indagine esiste realmente ed è stata disposta dal pm Francesco Saverio Musolino. E sì, Bruno Conti è stato effettivamente accusato di aver messo su, insieme al suo amico Maurizio S., un vero e proprio raggiro ai danni della società sportiva AS Roma, nella stagione 2010-11, producendo abbonamenti falsi per la tribuna d’onore dello stadio Olimpico praticamente identici agli originali. Ma con un particolare non proprio irrilevante: il Bruno Conti in questione non è l’indimenticabile ala giallorossa campione del mondo nel 1982 ma un suo omonimo romano.

LE TESSERE CONTRAFFATTE – La truffa orchestrata dai due avrebbe preso il via durante la presidenza di Rossella Sensi, poco prima dell’inizio della seconda stagione di Claudio Ranieri, quando reduci da un campionato entusiasmante terminato al secondo posto a due punti dall’Inter, i tifosi avevano iniziato a pensare che lo scudetto potesse essere davvero raggiungibile. Da qui l’idea dei due faccendieri di creare tessere false, con tanto di ologramma della Figc, da vendere a prezzi stracciati cavalcando l’entusiasmo dei tifosi. Per capirci, con cifre che andavano dai 200 ai 500 euro si ottenevano abbonamenti che in realtà costavano intorno ai 3 mila euro e ci si sedeva accanto a vip e calciatori.

LA TRUFFA SMASCHERATA – Le tessere contraffatte erano talmente simili a quelle originali che nessuno aveva mai fermato ai cancelli i tifosi che le avevano acquistate. Il sistema, quindi, sarebbe potuto continuare chissà fino a quando. La truffa è stata infatti smascherata solamente grazie a una denuncia anonima che ha permesso di individuare i possessori delle tessere contraffatte e, da lì risalire ai due falsari.

CHI RISCHIA COSA – Il gruppo di persone, ventotto in tutto, che aveva acquistato le tessere false è rimasto fuori dall’indagine perché non è emersa la chiara consapevolezza di avere acquistato abbonamenti contraffatti. I due autori del raggiro rischiano invece di essere processati per falso e truffa. A valutare se costituirsi come parte civile sono le due parti lese: L’AS Roma e la Federcalcio.

 

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