Sei ragazzi, tre minorenni e tre maggiorenni, sono stati arrestati per furti e rapine dai carabinieri della stazione Roma San Lorenzo in Lucina a conclusione di un’indagine partita a novembre dello scorso anno.
LA CHATROOM SU WHATSAPP – Le indagini hanno preso il via dalle denunce, presentate ai militari, di furti e rapine subiti da giovani ragazzi, la maggior parte dei quali minorenni e coetanei dei componenti della banda, e da venditori ambulanti stranieri. Monitorando i profili personali dei sospettati sui social network, i carabinieri hanno scoperto un video che mostrava parte della banda che si faceva riprendere durante un’aggressione con rapina ai danni di un venditore ambulante. Da lì le indagini dei militari hanno portato a identificare in breve tempo i sette ragazzi, facenti parte di un gruppo più ampio di conoscenti composto da un centinaio di persone che con i telefonini riprendevano le loro scorribande e avevano creato anche una chatroom su Whatsapp, denominata “Bad Boys”, in cui si davano appuntamento nei luoghi del centro di Roma dove entrare in azione.
I COLPI EFFETTUATI – Al momento sarebbero tre i colpi addebitati alla banda di rapinatori; il primo, risalente al mese di luglio del 2014, avvenne a Villa Borghese. Due ragazzi vennero derubati dei telefoni cellulari e di un accendino “Zippo” dopo essere stati minacciati con un coltello.
Il secondo colpo accertato fu messo a segno nel mese di ottobre del 2014 in via del Corso. Qui un ambulante fu derubato di decine di custodie per cellulari sotto la minaccia fisica e verbale mentre altri componenti del gruppo filmavano le scorribande con il telefono cellulare. Anche l’ultima rapina risale al mese di ottobre del 2014. Il gruppo entrò in azione a piazzale Flaminio dove derubarono un giovane del telefono cellulare sotto la minaccia di un coltello puntato al ventre. Non si esclude, però, che i giovani siano gli autori di altri colpi.
LE PENE – I tre minori, tra i 16 e i 17 anni, sono stati, uno collocato in comunità, gli altri due sottoposti alla misura dell’obbligo di permanenza in casa; i tre maggiorenni, tra i 18 e i 20 anni, sono invece stato sottoposti agli arresti domiciliari con apposizione del braccialetto elettronico.