Erano minorenni. Tutti di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Ma, malgrado la giovane età, erano loro a dettare legge a Testaccio: picchiando, rapinando e minacciando stavano letteralmente prendendo il controllo del quartiere. Ma la loro precoce carriera criminale è stata fermata dai carabinieri. A conclusione di una complessa attività di indagine, i militari della stazione Roma Aventino hanno infatti arrestato i quattro ragazzini, tutti italiani, per i reati di rapina aggravata in concorso e porto abusivo di arma da taglio.
LE INDAGINI – Le attività investigative, condotte dai carabinieri da maggio a luglio, sono iniziate dopo una rapina avvenuta nello storico quartiere di Testaccio, commessa dai quattro minori, armati di coltello e tirapugni, ai danni di due ventenni universitari che avevano appena prelevato del denaro contante dal bancomat, con l’intenzione di andare nei locali della movida tra via Galvani e via di Monte Testaccio. Grazie ad alcuni elementi forniti dalle vittime, i militari hanno potuto orientare l’attività investigativa verso un gruppo di minorenni, già noto per bravate, provenienti da famiglie problematiche, che si incontravano in una pizzeria della zona.
IL MODUS OPERANDI DELLA BABY GANG – Monitorando i profili personali dei sospettati sui social network, i militari sono risaliti alle frequentazioni e ai legami della banda criminale, che aveva anche una sorta di codici distintivi di appartenenza, ossia tatuaggi di un certo tipo e, in particolare, la cifra “1998”, anno di nascita di molti dei componenti. Il gruppo, si è scoperto poi, stava imperversando per il quartiere, disseminando paura tra i coetanei. Il modus operandi, utilizzato dalla banda per compiere le rapine, era caratterizzato dalla spregiudicatezza e finalizzato a ottenere un vero e proprio controllo del territorio. Infatti i baby rapinatori agivano a volto scoperto, con disinvoltura usando la violenza e sotto la minaccia di coltelli e altri oggetti con cui poi malmenavano, anche brutalmente, le loro vittime, alcune delle quali, dopo essere state rapinate e nonostante non avessero reagito, venivano immotivatamente schiaffeggiate e intimidite.
IL TERRORE DELLE VITTIME – La capacità di intimidazione della baby gang ha fatto sì che, in più di un episodio criminoso, le vittime, minorenni e residenti anch’esse a Testaccio, malgrado le richieste dei carabinieri, non avessero voluto denunciare le rapine per paura di incontrare nuovamente, nel quartiere, o nei tanti locali della zona, i loro aggressori e subire ritorsioni.
IL CAMBIO DI ZONA – Quando i componenti della banda hanno avuto il sentore di essere nel mirino dell’Arma, non ha esitato a cancellare completamente i loro profili personali per poi spostarsi in altre zone di Roma per commettere reati come Eur, centro e Ponte Milvio, motivo per cui sono in corso ulteriori indagini da parte dei carabinieri. Al momento sono nove i colpi attribuiti con certezza alla banda.
LA “RIEDUCAZIONE” – Nella ordinanza del Gip si fa anche menzione del particolare contesto socio-ambientale in cui i ragazzi sono cresciuti e continuano a vivere, situazioni di vero e proprio degrado familiare, connotato da abbandono dei genitori, stili di vita improntati alla delinquenza come mezzo di sostentamento, che hanno motivato il giudice a disporre l’odierna misura cautelare del collocamento in comunità diverse per ognuno degli imputati, individuate dal Centro per la Giustizia Minorile di Roma che, oltre a raggiungere lo scopo di inibire la reiterazione dei comportamenti delittuosi, “appare misura adeguata anche per avviare eventuali processi educativi”.
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