Trastevere, incendi per “vendetta” alla Necropoli Portuense

Nei guai il titolare di un ristorante, il quale si lamentava di aver perso clienti a causa dei lavori effettuati e della recinzione posta a protezione degli scavi

0
215

Al termine delle indagini scaturite a seguito di episodi di danneggiamento e incendio ai danni della “Necropoli Portuense”, i carabinieri della compagnia Roma Trastevere stanno notificando un’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, a due persone indagate ritenute responsabili, in concorso tra loro, a vario titolo, di danneggiamento aggravato seguito da incendio, atti persecutori, minaccia e danneggiamento aggravato.

L’INDAGINE – Condotta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia Roma Trastevere e della Stazione Roma Porta Portese, l’indagine è scaturita a gennaio scorso, quando un responsabile delegato per la sovrintendenza speciale per i Beni Archeologici ha sporto una denuncia per una alcuni danneggiamenti subìti dal personale impiegato nei lavori di restauro e preservazione dei beni della “Necropoli Portuense”, ubicata in via Portuense  317.
Grazie ad una laboriosa attività tecnica, fatta di analisi di tabulati telefonici, accertamenti di Polizia Giudiziaria e riconoscimenti fotografici, i carabinieri hanno stretto il cerchio intorno a due persone, inchiodandoli alle loro responsabilità in merito a diversi episodi di danneggiamento seguito da incendio ai danni del sito archeologico nonché di minacce nei confronti dei responsabili del cantiere.

LA VENDETTA – L’indagine ha, anche, consentito di accertare che tali comportamenti erano conseguenza di un desiderio di “vendetta” che i due responsabili, tra cui il titolare di un ristorante, avevano covato da tempo a causa dei lavori effettuati e della recinzione posta a protezione degli scavi che, secondo loro, avevano causato una perdita di visibilità all’attività commerciale e un conseguente danno economico.
Col passare del tempo il ristoratore e il suo complice hanno, dapprima, tentato di distruggere il sito archeologico, poi, mettendo in scena una serie di atti intimidatori, creato un forte stato di paura tra i dipendenti e le responsabili del cantiere.
Gli incendi, oltre a danneggiare il container degli attrezzi, hanno addirittura provocato la distruzione di beni archeologici già catalogati di inestimabile valore.

[form_mailup5q lista=”newsletter generale”]

È SUCCESSO OGGI...