Avevano trovato rifugio in una casa singola posta all’inizio di una traversa di via Aurelia Antica, Giuseppe e Antonio Strangio, rispettivamente di 36 e 33 anni, ritenendo di essere al sicuro, anche per le alte recinzioni, munite di punte acuminate che proteggevano la proprietà; ciononostante, la loro clandestinità è terminata intorno all’una di questa notte.
IL BLITZ – Con una operazione lampo, gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, si sono introdotti nella piccola proprietà, sorprendendo prima Antonio all’interno del giardino, bloccato nonostante il suo disperato tentativo di fuga. Subito dopo è stato catturato il fratello Giuseppe, che era all’interno dell’abitazione.
LE INDAGINI – I due, entrambi nativi di Locri, in provincia di Reggio Calabria, erano destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso a conclusione dell’indagine denominata “Acero – Krupy”, condotta nei confronti di appartenenti alle cosche Aquino/Coluccio, Figliomeni, Commisso, Strangio operative in Calabria e nel Lazio, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico di armi e riciclaggio, reati consumati in ambito nazionale e internazionale.
I CLAN DELLA ‘NDRANGHETA – In particolare, i fratelli Strangio sono indagati per aver agevolato gli interessi della ‘Ndrangheta di San Luca. I due sono ritenuti appartenenti alla nota famiglia ‘ndranghetista degli Strangio, detti “Janchi”, attiva a San Luca e federata al clan Nirta “Versu” insieme al quale si contrappone ai Pelle “Vancheddu” – Vottari “Frunzu” nella nota faida di San Luca che ha fatto registrare decine di vittime dal 1991 in poi e che ha avuto il suo epilogo nella strage dell’agosto del 2007 a Duisburg, in Germania.
IL SEQUESTRO – Nel corso della perquisizione condotta all’esito della cattura, sono stati sequestrati circa 5000 euro, cinque telefoni cellulari, carte di credito e altro materiale nella disponibilità dei due fratelli.
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