I finanzieri di Roma, grazie ad approfondite verifiche fiscali, hanno scoperto una evasione fiscale da record, messa in atto sistematicamente da alcuni rinomati ristoranti del centro storico. I locali erano gestiti da tre società, tutte riconducibili al medesimo imprenditore, un ristoratore di origini partenopee particolarmente noto nel settore.
I REDDITI EVASI – Complessivamente è stato constatato l’occultamento al fisco di redditi per oltre 10 milioni di euro (cui va aggiunta una corrispondente I.V.A. evasa per circa un milione di euro). La ricostruzione dell’ingente evasione è stata resa possibile, innanzitutto, dal rinvenimento, nel corso di perquisizioni effettuate dalla polizia tributaria di Roma, dell’analitica contabilità “in nero” dei ristoranti in questione, tenuta con sistemi informatici e riepilogata su appositi prospetti. Tale contabilità “parallela” è risultata talmente precisa, meticolosa e sistematica da far ritenere ai militari operanti di essere entrati in possesso della documentazione relativa agli incassi effettivi conseguiti dalle società in verifica.
La conferma dell’ipotesi investigativa si è avuta attraverso l’esame accurato della contabilità “ufficiale” e dei rapporti finanziari/bancari dei ristoranti verificati.
IL SISTEMA DEI PAGAMENTI “IN NERO” – Attraverso tali riscontri sono stati infatti rilevati, da un lato, escamotage ed espedienti contabili necessari per far quadrare i conti, altrimenti “fuori controllo” a causa delle molteplici transazioni compiute “in nero”, e, dall’altro, elementi fortemente sintomatici della consolidata prassi del prevalente utilizzo del contante, utilizzato anche nei pagamenti nei confronti dei fornitori e dei dipendenti. Ciò anche allo scopo di far perdere le tracce delle reali dimensioni del volume d’affari conseguito.
L’AMMISSIONE DI COLPEVOLEZZA – Le evidenze raccolte sono state così puntuali, precise, convergenti ed evidenti da indurre il ristoratore interessato ad ammettere la sistematica condotta evasiva tenuta nel corso degli anni.
I RISTORANTI COINVOLTI – Nel complesso gli esercizi sottoposti a verifica, tutti operanti nel settore della ristorazione, sono stati 7. Gli stessi sono ubicati in zone a particolare attrazione turistica, quali l’area di Fontana di Trevi (via in Arcione), Piazza dei Coronari (via Banco di Santo Spirito e via di Panico) e Piazza Navona (via San Agnese in Agone e via di Tor Millina), che nel corso dei prossimi mesi saranno interessate anche dalla forte affluenza di pellegrini attesa in occasione del Giubileo.
In proposito, va peraltro evidenziato come taluno dei predetti ristoranti fosse già nel recente passato balzato agli onori delle cronache per aver presentato a turisti stranieri conti salatissimi, puntualmente oggetto di contestazione da parte degli avventori.
L’AZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA – La presente attività si inquadra, altresì, nel piano d’azione concepito dal Comando Provinciale della Guardia di finanza Roma in relazione all’anno giubilare, al fine di prevenire, ricercare e reprimere i fenomeni di abusivismo, frode ed evasione che potrebbero essere posti in essere in concomitanza con il forte flusso di pellegrini richiamato dall’evento religioso. Ciò soprattutto in ordine alle attività economiche che involgono il soddisfacimento dei principali bisogni delle persone che giungeranno appositamente a Roma: movimento; alloggiamento; vitto; orientamento; acquisto di beni e assistenza. Sul versante dell’erogazione del vitto ai pellegrini la principale minaccia avvertita è proprio quella della ipotizzabile tendenza a omettere di certificare i corrispettivi degli alimenti e delle bevande ceduti nonché di rincararne ingiustificatamente i prezzi, specialmente nelle aree cittadine a maggior vocazione turistica. L’attività ispettiva svolta dai militari della polizia tributaria di Roma costituisce, pertanto, espressione della costante azione della Guardia di Finanza a tutela del bilancio pubblico e dei cittadini, attraverso il contrasto delle più insidiose condotte di evasione fiscale e di illecita/scorretta pratica commerciale.
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