Un bambino di dodici anni ha perso la vista da un occhio e due dipendenti dell’istituto nazionale per la cura dei tumori Regina Elena, un dirigente medico e un’infermiera, sono finiti sotto processo. La vicenda ha avuto inizio ben quattro anni. Nell’aprile del 2012, al 12enne venne infatti diagnosticato un tumore benigno all’interno del cranio, all’altezza del naso. I genitori decisero quindi di portarlo al Regina Elena, ospedale specializzato nella cura dei tumori. Dopo i primi accertamenti si decise di asportare la massa ma, il giorno prima dell’operazione, durante un intervento di angiografia pre-operatoria il bambino perse irreversibilmente la vista dall’occhio sinistro e subi anche una temporanea emiparesi del lato destro del viso, curata con la fisioterapia.
LA POSIZIONE DEI GENITORI – Secondo i genitori del 12enne, assistiti dall’avvocato Annalisa Amicucci, il consenso informato che elencava tutti i rischi dell’intervento, sarebbe stato modificato dopo l’incidente aggiungendo le parole “possibile ischemia in territorio oftalmico”, cioè ciò che era accaduto al bambino.
L’ACCUSA – Il gup del Tribunale di Roma Giuseppina Guglielmi ha quindi rinviato a giudizio il dirigente medico dell’ospedale e l’impiegata amministrativa. L’accusa è di falso in atto pubblico commesso da incaricati di pubblico sevizio e il processo inizierà il 14 maggio.