Intorno alle 21 del 21 aprile 2016, si è presentata presso gli Uffici della Squadra Mobile una donna per denunciare il sequestro di persona a scopo di estorsione del figlio di nove anni, ad opera di un 25enne romano, pluripregiudicato, che lo aveva sottratto alla madre all’alba del 20 aprile. Da una ricostruzione dei fatti effettuata dalla Polizia di Stato, si è accertato che l’uomo era stato aiutato dalla sorella, 30 anni, dalla madre, 54 anni e da un’altra ragazza di 25 anni. Il sequestro sarebbe avvenuto in quanto l’uomo ha accusato la mamma di aver sottratto della sostanza stupefacente per un valore di 5.150,00 euro.
Dopo il sequestro il bambino era stato portato in un luogo ignoto e, dal quel momento in poi, alla donna è stata ripetutamente paventata la morte del bambino in caso di mancata consegna della somma richiesta.
La Squadra Mobile, in completa sinergia con la Procura della Repubblica, attivava immediatamente le ricerche del minore, anche attraverso il ricorso ad attività di natura tecnica.
In esito a tale attività si raggiungevano concreti elementi che facevano ritenere che il bimbo fosse trattenuto contro la propria volontà in via di Val Cannuta.
Gli agenti si recavano, quindi, presso il residence dove hanno effettuavato tre perquisizioni mirate, nell’ordine, al ritrovamento del minore e alla cattura dei suoi sequestratori.
In particolare, presso l’abitazione di una delle aguzzine è stato rintracciato e liberato il minore, che si trovava con la donna e il figlio di quindici mesi.
Grazie ai riscontri investigativi effettuati dal personale della “I Sezione Criminalità Organizzata” e della “IV sezione Reati Sessuali e in danno di Minori” della locale Squadra Mobile venivano tratti in arresto in flagranza di reato.
Gli arrestati sono tutti accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato dalla minore età del sequestrato.