Il 4 febbraio 2014 si riaprirà il processo penale presso il Tribunale di Velletri per la contaminazione della Valle del Sacco dovuta all’interramento dei fusti tossici nell’area industriale ex Snia BPD di Colleferro, dopo due anni di udienze preliminari e l’annullamento per un cavillo giudiziario.
A seguito della migrazione di sostanze tossiche, come il Betaesaclorocicloesano (Beta-HCH) lungo l’asse del Fiume Sacco venne avviata un’indagine epidemiologica per rilevarne la presenza nel corpo di un campione di cittadini residenti.
Nella prima fase su un campione esiguo di 246 persone, il 55% degli esaminati venne trovato positivo; nel susseguente rapporto di sorveglianza del giugno 2013 prodotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Lazio ed eseguito su un campione di 643 persone, si avanzavano ulteriori indicazioni sulla correlazione tra il Beta- HCH e alcuni effetti di tipo biologico.
«In conclusione, in questa indagine, – si legge in un estratto dello studio – sono stati messi in evidenza livelli significativi di β–HCH in una popolazione nota per essere stata esposta a tale inquinante, prevalentemente attraverso alimenti e bevande. I dati emersi dalla sorveglianza sanitaria della popolazione presa in considerazione hanno permesso di mettere in luce alcuni effetti biologici […]. In particolare sono state osservate perturbazioni del pattern lipidico, della funzionalità renale e della steroidogenesi, interessando anche gli ormoni sessuali nel sesso femminile. É stata osservata infine una chiara associazione con alterazioni cognitive.
La possibilità che alla esposizione a β–HCH segua un danno biologico di diversi organi ed apparati è suffragata dai risultati di questo studio, anche se le conclusioni generali sono necessariamente caute nell’indicare l’esistenza di un nesso di causa ed effetto. La metodologia dello studio e i suoi risultati meriteranno sicuramente una valutazione attenta della comunità scientifica nei prossimi mesi e la materia si gioverà di un attento follow-up ambientale e clinico della popolazione già coinvolta e di altre popolazioni del comprensorio che hanno subito una esposizione alla sostanza tossica».
«Oggi siamo in una nuova fase giudiziaria – si legge in una nota stampa di Retuvasa. Il processo si riavvia ed è indispensabile far sentire la presenza territoriale attraverso la costituzione di parte civile onde evitare che lo stesso possa correre il rischio della prescrizione. Per questo le Associazioni Rete per la Tutela della Valle del Sacco e Raggio Verde propongono un incontro territoriale a Colleferro il 22 gennaio 2014 alle ore 18,00, in Via Latina 90, circoscritto a chi è stato esaminato durante l’indagine epidemiologica e trovato positivo da Beta-HCH. L’Avv. Vittorina Teofilatto illustrerà le modalità di costituzione parte civile nel processo e raccoglierà i mandati per la rappresentanza legale».
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