Cecchino di Guidonia, assolte anche la mamma e la sorella del killer

Due morti e sette feriti. Una strage di fatto senza colpevoli. La rabbia dei famigliari delle vittime

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tribunale

Erano state rinviate a giudizio per omicidio colposo, lesioni colpose e concorso in detenzione illegale di armi. Il Tribunale le ha assolte. Di fatto la strage di Guidonia del 2007 resta senza colpevoli. Sette anni di attesa per avere giustizia.

I FATTI – Era il 3 novembre del 2007. Angelo Spagnoli, soprannominato il “cecchino” sparò 50 colpi che colpirono a morte Giuseppe Di Gianfelice, 46 anni, che si era fermato solo per segnalargli un incendio in terrazza, e una guardia giurata, Luigi Zippo. Sette persone rimasero ferite una dopo l’altra solo perchè avevano cercato di portare soccorso. Nel 2010 si apre il processo e Angelo è stato giudicato incapace di intendere e di volere. Per lui fu disposta la misura di sicurezza in ospedale.

ASSOLUZIONE PER LE DONNE – I giudici contestarono ad Anna e Angela, le due donne con cui viveva, di non aver il parente che aveva trasformato la casa in un vero e proprio arsenale. Anche per loro ieri è arrivata l’assoluzione.

LA RABBIA DEI PARENTI DELLE VITTIME – Ieri la moglie di Zippo ha avuto un malore dopo la lettura della sentenza di assoluzione. «Tutti noi vittime – aveva scritto in una lettera aperta Nadia Zippo, figlia della guardia giurata Luigi Zippo, nell’udienza prima del processo – vogliamo urlare a più non posso. Nell’udienza del 14 febbraio è stato davvero difficile ascoltare il pm Guerra sostenere che le due donne non erano tenute a segnalare nulla né alle forze dell’ordine né alle strutture sanitarie perché Spagnoli è maggiorenne, chiedendone l’assoluzione. Non è tollerabile, ci sentiamo amaramente offesi.  Nulla invece sui racconti dei testimoni, sul fatto che loro stesse, dopo l’arresto di Spagnoli, hanno aperto con le chiavi in loro possesso sia le porte del garage dove c’era l’arsenale che la botola di accesso alla terrazza-fortino».

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